Ci sono pensioni, come la quota 100, che possono ancora essere percepite nonostante la misura sia formalmente scaduta. Questo è possibile grazie al meccanismo della “cristallizzazione del diritto”, che permette di mantenere il diritto a una pensione, anche se i requisiti o le misure sono cambiati o cessati. Va sottolineato che, sebbene l’interessato avrebbe potuto andare in pensione già anni prima, può ancora farlo, anche se non ha colto quell’opportunità in passato.
Tuttavia, non è possibile beneficiare di canali di pensionamento ormai scaduti se, entro la data di scadenza della misura, l’interessato non aveva già maturato il diritto alla pensione.
Pensioni quota 100 ma non solo: dubbi sulla cristallizzazione del diritto
Oggi analizziamo il caso di chi, pur non avendo maturato il diritto alla pensione entro i termini, potrebbe veder comparire nuovi contributi utili oggi, che renderebbero valido il diritto grazie a una sorta di “ripescaggio”.
Ecco il caso di Stefano:
“Buongiorno, sono Stefano, un disoccupato di 65 anni. Nel dicembre 2021 ho concluso la mia carriera lavorativa con 33 anni di contributi. Ho usufruito della Naspi per 17 mesi, poi ho lavorato per altri 4 mesi prima di dimettermi, poiché l’attività non mi soddisfaceva. Da quel momento vivo con i miei risparmi. All’epoca non avevo raggiunto i requisiti per la pensione, e non li ho raggiunti nemmeno oggi, nonostante vari tentativi.
Ho provato con l’Ape sociale, ma non ho diritto per via delle dimissioni dall’ultimo impiego. Ho verificato anche la quota 103, ma non possiedo la contribuzione necessaria. Da quanto ho capito, potrei avere diritto alla quota 100 se riesco a completare i 38 anni di versamenti richiesti entro il 2021. Mi è stato suggerito che, riscattando i 5 anni di laurea, potrei maturare il diritto.
La cristallizzazione del diritto alla pensione: cos’è?
La cristallizzazione del diritto alla pensione è un meccanismo di salvaguardia che permette di preservare il diritto alla pensione maturato mentre una determinata misura era in vigore. In altre parole, se un lavoratore decide di continuare a lavorare nonostante abbia già maturato il diritto alla pensione secondo una determinata misura, tale diritto resta valido anche per gli anni successivi. Questo vale anche se la misura stessa viene poi eliminata, modificata o resa meno accessibile.
Dato che il sistema pensionistico è soggetto a continui cambiamenti, con nuove misure che vanno e vengono, la cristallizzazione del diritto può risultare molto utile. Ma chi sceglie di non andare in pensione, pur avendone il diritto? Alcuni, per motivi personali o professionali, scelgono di continuare a lavorare. Altri evitano di andare in pensione perché il reddito da pensione sarebbe inferiore a quello percepito con lo stipendio. E poi c’è chi non era consapevole di aver già maturato il diritto.
Nel caso di Stefano, l’incertezza riguarda la possibilità di aver maturato il diritto alla quota 100, che analizzeremo ora.
La cristallizzazione del diritto alla quota 100: pensione immediata anche tramite riscatto
Ci sono situazioni in cui un contribuente può trovarsi con lacune nel proprio estratto conto contributivo, magari a causa di contenziosi con l’INPS o con il datore di lavoro, che all’epoca non ha versato i contributi dovuti. In altri casi, lavoratori autonomi possono non aver versato tempestivamente i contributi, salvo regolarizzare la loro posizione solo successivamente.
In queste circostanze, è possibile sanare i contributi non versati, anche a pagamento ritardato. Nel tal caso, i contributi saranno collocati nell’anno in cui avrebbero dovuto essere versati.
Quindi, chi completa il riscatto oggi può trovarsi ad aver maturato i 38 anni di contributi necessari già nel 2021, e, con i 62 anni di età, aver diritto alla quota 100. Questo diritto, come detto, è ancora sfruttabile anche oggi, grazie alla cristallizzazione del diritto.