La curva di Phillips è smentita ancora dalla crisi sul mercato del petrolio

La teoria economica basata sulla curva di Phillips s'imbatte nella dura realtà di questa fase, che come negli anni Settanta, sembra sconfessarne anche la sola esistenza. Vediamo perché.
9 anni fa
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Dalla crisi petrolifera alla Reaganomics

Per questo, conclude Friedman, la curva di Phillips non solo non esiste, ma nel lungo periodo la disoccupazione è compatibile con qualsivoglia tasso d’inflazione, a seconda delle aspettative sui prezzi. L’intervento statale, quindi, peggiora le condizioni economiche, perché da un problema (la disoccupazione) si arriva ad averne 2 (disoccupazione e inflazione). Per questo, il padre del monetarismo invitò i governi ad astenersi dall’adottare politiche monetarie attive per cercare di stimolare la crescita, sostenendo che dovrebbero puntare a ridurre la disoccupazione con altri mezzi.

La critica di Friedman rimase ignorata per oltre un decennio, fino a quando negli anni Settanta non si verificò un fenomeno allora considerato inusitato, ovvero la compresenza di alta inflazione e alta disoccupazione. Era successo, infatti, che la crisi petrolifera del 1973 aveva fatto esplodere i prezzi del greggio, che a loro volta avevano alimentato una spirale inflazionistica grave in tutto l’Occidente, dipendente dalle materie prime. Le economie importatrici subirono una battuta d’arresto nella loro crescita e alcune andarono persino in recessione. I tassi di disoccupazione s’impennarono, ma ciò sembrò incompatibile con le spiegazioni dei teorici della curva di Phillips, secondo i quali alta inflazione avrebbe dovuto implicare bassi tassi di disoccupazione. Sull’onda del riflusso dalle politiche interventiste in ambito monetario e non solo, l’America virava a destra e a 20 anni dalla storica vittoria di Kennedy, si affidava a Ronald Reagan, ex attore del cinema americano, il cui pensiero economico era imbastito profondamente delle teorie monetariste di Friedman.    

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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