‘La fine di Tsipras in Grecia è vicina, il debito pubblico va tagliato del 30% e l’euro non funziona’

Intervista con il Prof Konstantinos Voudouris sulla situazione economica e politica in Grecia. Come sempre, senza fronzoli sul reale stato di salute ellenico.
6 anni fa
5 minuti di lettura

Vi proponiamo una nuova intervista con il Prof Konstantinos Voudouris sulla situazione economica in Grecia.

1) Prof Voudouris, la Grecia ha registrato un elevato avanzo primario nel 2017 (4,2% del pil) e molto simile anche nel 2018. Si tratta di un livello più alto del 3,5% richiesto dalla Commissione europea e considerato “eccessivo” dal Fondo Monetario Internazionale, ma ritenuto anche troppo ambizioso da commentatori e analisti. Tuttavia, continua a segnare un piccolo deficit, nonostante il paese benefici di condizioni molto positive concesse dai creditori europei.

Crede che i conti pubblici di Atene siano davvero risanati?

Conti pubblici in Grecia migliori delle attese, ma il surplus strangola l’economia

I creditori della Grecia hanno spazzato via il default sotto il tappeto con il taglio dei bond ellenici del 2012. Il rischio di un nuovo devastante default è sopito, ma esiste. L’FMI crede che il debito possa essere reso sostenibile da alti avanzi. Ma la Grecia ha bisogno di un taglio almeno del 30% per avere la possibilità di ripagare il suo debito esplosivo. Questo il primo passo. Il secondo è la necessità di maggiori tassi di crescita per ravvivare l’economia e inevitabilmente le entrate fiscali, nonché per ridurre il bisogno di nuovi prestiti. Ma alti avanzi al 3,5% del pil sono un errore fatale.

2) Nei giorni scorsi, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha visitato Atene e si è complimentata con il premier Alexis Tsipras, un fatto ritenuto impossibile fino a poco tempo fa, anche se ha raccomandato l’adozione di ulteriori passi sulle riforme strutturali. Com’è stato possibile passare da istanze anti-austerity a una linea pro-UE?

Angela Merkel è ormai fuori dalle scene e dai riflettori e il suo sostegno per Tsipras appare simbolico. L’austerità fiscale nell’Eurozona si alimenta della cattiva struttura dell’area, in quanto si tratta di una unione monetaria sostanzialmente basata sul marco tedesco, non su una singola moneta per tutti gli stati aderenti, non è un’unione ottimale.

Angela Merkel è stata in questi anni la vera dea Ira della mitologia greca per l’austerità, ma ci attende il cambiamento di questa Eurozona morta.

3) La maggioranza parlamentare in Grecia si è frantumata sull’accordo con la Repubblica di Macedonia sull’uso del nome di quest’ultima. L’alleato minore di SYRIZA, Anel, ha abbandonato il governo. Ciò porterà ad elezioni anticipate o altri partiti faranno ingresso nel governo?

Sono fortemente convinto che il caos politico in Grecia sia poco importante. Gli analisti prevedono che sarà centrato il numero magico di 151 deputati per assicurare la poltrona a Tsipras. Ma SYRIZA non ha possibilità di rivincere, il suo tempo sta per volgere al termine.

4) In quali condizioni versa il sistema bancario? I crediti deteriorati stanno diminuendo o in futuro dovremmo attenderci nuove restrizioni ai movimenti dei capitali come nel 2015? E il credito a imprese e famiglie è in ripresa?

Il debito privato, unitamente a quello pubblico, è il principale problema della Grecia. Gli NPL frenano la concessione di nuovi prestiti e le famiglie sono sovraindebitate. Le banche sono riluttanti a incrementare l’offerta di prestiti. Il moltiplicatore monetario sta scendendo, ciò significa che l’offerta di moneta cresce a tassi inferiori. Un euro portato in banca genera solo 1,46 euro per l’economia contro gli oltre 2 euro di 7 anni fa.

5) Se potesse descrivere le condizioni economiche del suo paese, come le definirebbe? La Grecia si sta riprendendo davvero o semplicemente ha smesso di andare indietro?

Dunque, l’economia ellenica è un paziente che si sta riprendendo dopo un grave infarto. E, tuttavia, non sta ancora bene, mentre il dottore si ostina a somministrare la medicina sbagliata, che impedisce al paziente di guarire più velocemente.

6) I numeri della bilancia commerciale in Grecia rimangono disastrosi. Il paese esporta circa il 12% in meno rispetto al pil di quanto importa.

Ciò significa che la competitività è lungi dall’essere agguantata. Qual è il problema? Domanda interna aggregata ancora alta o tasso di cambio ancora forte?

I programmi fiscali non mutano la produttività di base della Grecia. Il 70% dell’economia è data dal settore pubblico, che è molto alto, la sua industria pesante è il turismo con entrate basse per il paese. Bassi salari conducono a una bassa propensione al risparmio e a un’alta propensione al consumo, che a sua volta è l’ingrediente principale dei consumi privati e aumenta le importazioni. Un terzo del pil va alle importazioni, dovuto all’alta propensione marginale ad importare. La Grecia ha bisogno di vere riforme strutturali, riforme che possano cambiare l’intera economia.

7) La Grecia si avvicina alle elezioni europee e politiche con un sostegno calante e basso per il partito (un tempo?) anti-austerità e anti-establishment, contrariamente a quanto avvenga in altri stati, specie in Italia, dove “populisti” e “sovranisti” guadagno sempre più terreno e consenso tra i cittadini. Nuova Democrazia, il partito conservatore pro-UE, è dato a non meno di 10 punti percentuali avanti nei sondaggi. Qual è il messaggio profondo che i cittadini greci stanno inviando dopo la rivolta elettorale di 4 anni fa?

Nuova Democrazia ha mantenuto la forza elettorale a circa il 30% e ha guadagnato dal crollo di Greci Indipendenti (Anel), la destra radicale che governa con SYRIZA. Essa guadagna dalla principale promessa di Mitsotakis di tagliare le tasse. Questa è la chiave che porta nuovi elettori verso il partito conservatore. Il partito di Tsipras ha perso molti rappresentanti parlamentari in questi anni e molti elettorali sono scontenti.

8) I greci lamentano di avere compiuto grossi sacrifici per risanare i conti pubblici, ma la spesa per le pensioni rispetto al pil rimane più o meno lo stessa dopo una dozzina di riforme e tagli. Crede che altre misure siano in arrivo in questo ambito? Quale sarà la principale impostazione politica di un probabile governo di Nuova Democrazia?

L’incidenza delle pensioni sul pil rimane alta dopo tutti questi tagli a causa del crollo del pil e per l’invecchiamento del paese.

I giovani emigrano e il numero dei pensionati aumenta. Credo che Mitsotakis (leader di ND, ndr) non abbia margini per tagliare le pensioni, ma ridurrà altre voci di spesa pubblica. Abbiamo visto la “manovra” che ha alzato le pensioni da 500 a 780 euro. La “Salvinomics” sta qui. Molti pensionati greci vivono sotto la linea della povertà.

Come lo spread italiano fa felici i pensionati in Grecia

La curva di spesa delle pensioni è come un bastone da passeggio: ad alti livelli danneggia l’economia, ma ora il livello è di aiuto all’economia per via del moltiplicatore.

9) La Grexit sembra alle spalle, ma il futuro dell’economia tende ad essere oscurato dal fardello del debito e dalla debolezza degli indicatori macro. Come giudica l’eredità di Tsipras? Pensa che il Tesoro di Atene sarà in grado di rifinanziarsi sul mercato senza un sostegno esterno?

E’ una grande scommessa: c’è un cuscinetto di 20 miliardi che consente al paese di rifinanziare i propri bisogni per almeno due anni. Personalmente, mi aspetto un aumento dei tassi anche nell’Eurozona dopo le decisioni della Fed e penso che ciò possa accrescere i rendimenti dei bond. Ma la Grecia è ancora nel tunnel e fuori dai mercati. Due terzi del debito sono contratti a tassi di interessi non stabili e sono preoccupato del debito.

10) Indichi le principali misure che adotterebbe se fosse adesso al governo, al fine di consentire all’economia di riprendersi.

Tre prime semplici misure. Una è tagliare le aliquote fiscali. Quella sugli utili delle imprese al 22% domani e l’IVA 4 punti più bassa. Ciò aumenterebbe le entrate, secondo la curva di Laffer. Può anche aumentare i consumi, colpire la disoccupazione e avere un impatto positivo sugli investimenti privati. Il secondo passo sarebbero coraggiosi sussidi alle imprese per l’occupazione, così da stendere il mostro della disoccupazione, che si attesta a quasi il 19%. I soldi li troveremmo dall’incremento delle entrate derivante dal taglio delle tasse. E terzo, il passo più necessario: la rinegoziazione con i creditori dell’alto surplus e un condono del debito. Perché surplus elevati non permettono margini di manovra in ambito fiscale, soffocando l’economia.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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