La grande illusione: bonus acqua potabile spese 2023 crolla al 6,45%

Il bonus acqua potabile spese 2023 delude le aspettative dei richiedenti. Una percentuale di credito d’imposta davvero bassa
9 mesi fa
2 minuti di lettura
percentuale bonus acqua potabile
Foto © Licenza Creative Commons

Ultimo atto per il bonus acqua potabile spese 2023. L’Agenzia Entrate ha stabilito la percentuale di credito d’imposta spettante. Una percentuale da applicare sulla spesa sostenta, entro il limite massimo previsto.

Parliamo del contributo, riconosciuto nella forma del credito d’imposta, a fronte degli oneri sostenuti nel 2023 per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione e raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare.

Un’iniziativa che emerge come un’opportunità significativa per migliorare la qualità dell’acqua nelle nostre case.

Si rivolge tanto ai privati cittadini, inclusi coloro che non detengono una partita IVA, quanto alle aziende, offrendo un sostegno finanziario per promuovere la salute pubblica e il benessere individuale.

Limiti e domanda del bonus acqua potabile spese 2023

Il bonus acqua potabile spese 2023, come quello delle precedenti edizioni, è strutturato per essere accessibile a un’ampia fascia di beneficiari, ma presenta dei limiti massimi di spesa che variano a seconda della categoria del richiedente.

Per le persone fisiche senza partita IVA, il tetto massimo di spesa ammissibile è fissato a 1.000 euro. Questa soglia è elevata a 5.000 euro per coloro che sono in possesso di partita IVA, riflettendo le potenziali esigenze maggiori di tali soggetti legate alla loro attività professionale o commerciale.

Il riconoscimento del beneficio non è automatico. La domanda bonus acqua potabile spese 2023 era in scadenza il 28 febbraio 2024. La si doveva presentare mediante il servizio web Agenzia Entrate disponibile nell’area riservata e denominato “Credito di imposta per il miglioramento dell’acqua potabile”.

La percentuale di beneficio spettante

La percentuale di credito d’imposta relativa al bonus acqua potabile spese 2023 è variabile, dipendendo dalle disponibilità di bilancio destinate a questa iniziativa. Originariamente, il bonus prevedeva un riaccredito del 50% delle spese sostenute, condizionato però dalla disponibilità delle risorse finanziarie.

Se tali risorse si sarebbero rivelate insufficienti per coprire tutte le richieste, l’Agenzia delle Entrate era chiamata a stabilire una percentuale differente.

Ebbene, il Provvedimento percentuale bonus acqua potabile spese 2023 è arrivato il 22 marzo 2024. Tale percentuale è fissata nella misura del 6,45%. Tale percentuale si applica al credito richiesto.

Ricordiamo che il bonus può aversi a condizione che i lavori siano eseguiti su immobile posseduto sulla base di un titolo idoneo. Proprietà, usufrutto, locazione, comodato, ecc. Inoltre, la spesa deve risultare pagata con strumento tracciabile e NON contanti.

Bonus acqua potabile spese 2023: esempio ed utilizzo

Per illustrare concretamente l’impiego del bonus, prendiamo il caso di Sig. Giuseppe, un cittadino senza partita IVA che ha investito 2.500 euro, nel 2023, in sistemi per migliorare la qualità dell’acqua. Poiché il limite massimo di spesa per i non titolari di partita IVA è di 1.000 euro, il bonus calcolato sulla percentuale definita del 6,45% si applica solo su 500 euro, ossia sul 50% di 1.000 euro. Di conseguenza, Sig. Giuseppe avrà diritto a un credito d’imposta di 32,25 euro.

Le modalità di utilizzo sono diverse a seconda del beneficiario. Il bonus acqua potabile spese 2023 sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione nel Modello F24 per i titolari di partita IVA (codice tributo 6975). Mentre i NON partita IVA possono utilizzarlo anche in dichiarazione redditi, oltre all’utilizzo in compensazione nel Modello F24.

Riassumendo

  • la domanda bonus acqua potabile spese 2023 era da presentarsi entro il 28 febbraio 2024
  • l’Agenzia Entrate ha stabilito la percentuale di beneficio spettante a ciascun richiedente
  • detta percentuale è pari a 6,45% da applicarsi su un limite massimo di spesa pari a 1.000 euro per le NON partite IVA e di 5.000 euro per le partite IVA
  • le persone NON partite IVA possono utilizzare il credito d’imposta in dichiarazione redditi o in compensazione nel Modello F24
  • le partite IVA, invece, possono utilizzare il beneficio solo in compensazione nell’F24
  • il codice tributo per l’utilizzo in compensazione è 6975.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Bonus ristrutturazione
Articolo precedente

Familiare convivente e detrazione ristrutturazione nel 730. Verifiche e compilazione

Bond emergenti, il caso del Senegal di oggi
Articolo seguente

Questi bond emergenti rischiano oggi un’apertura dolorosa