UE ipocrita su commercio mondiale
Che tra USA e UE possa scatenarsi una guerra commerciale è possibile, per quanto poco probabile. Trump è un istrione, che utilizza le minacce verbali per spuntare condizioni migliori nei negoziati con gli alleati. E così, annuncia possibili dazi del 35% contro le importazioni dal Messico, del 45% su quelle dalla Cina e ora del 100% contro alcuni prodotti europei. Nulla di tutto questo verosimilmente accadrà, ma da imprenditore è abituato a contrattare anche con le cattive, come avviene regolarmente nel mondo degli affari, specie quelli che contano.
A Trump viene addebitata la fine del TTIP, l’accordo di libero scambio USA-UE, che avrebbe dovuto essere firmato entro lo scorso anno, ma che fu “ucciso” non dall’amministrazione americana di Obama, bensì – audite, audite – proprio dalla UE, che su pressioni di Francia e Germania (sì, i paladini del libero mercato a giorni alterni) ha dovuto alzare bandiera bianca, dopo tre anni e mezzo di trattative. (Leggi anche: TTIP fallito, accordo non s’ha da fare per la Germania)
Obama eresse dazi contro acciaio italiano
Certo, va riconosciuto che il predecessore di Trump abbia assecondato l’accordo più di quanto non dimostri di fare l’attuale presidente, che segnala tutte altre intenzioni, ma in ogni caso è stata Bruxelles a porre fine al TTIP, giusta o sbagliata che sia stata la decisione.
E ancora: Trump viene accusato di attentare alla libera circolazione delle merci europee e straniere, in generale, negli USA, ma stiamo dimenticando che sin dal dicembre del 2015, l’amministrazione Obama ha posto nel mirino l’acciaio cinese con dazi del 256% (sic!) e colpendo con una tariffa del 3,1% anche quello italiano prodotto dall’italiana Marcegaglia S.p.A., in quanto sussidiato da aiuti di stato. (Leggi anche: Guerra commerciale, dazi USA contro acciaio cinese)