La guerra commerciale USA-UE non nasce con Trump, ma nell’era Obama

I dazi USA contro prodotti europei sono una mezza bufala dell'informazione italiana. Si tratta di un elenco dell'era Obama e che risale agli anni Novanta. Il rischio di una guerra commerciale c'è, ma ha poco a che vedere con Donald Trump.
7 anni fa
3 minuti di lettura

La minaccia al commercio mondiale viene dalle banche centrali

Non è finita: le accuse contro Cina e Germania di manipolare i tassi di cambio sono certamente state incrementate anche nei toni dall’attuale presidente, ma è sin dall’amministrazione Bush nel 2005 che Pechino si trova nel banco degli imputati per Washington e già da un paio di anni il Tesoro USA, nella relazione semestrale sui cambi, valuta l’euro debole per la Germania, inserendo quest’ultima tra i “manipolatori delle valute”.

La temuta guerra commerciale ha radici ben più lontane di quelle che si vorrebbe fare credere per ragioni di comodo.

Tutte le parti in causa hanno la coda bagnata, compresi gli USA, che hanno dato il via a politiche di accomodamento monetario così estreme, da essersi ritorte contro di loro, una volta che sono state imitate un po’ da tutto il resto del mondo avanzato, oltre che dalla Cina.

Trump non è un alieno, è stato mandato dove oggi si trova dagli elettori americani, proprio in difesa degli interessi nazionali, avendo questi percepito come tutte le principali economie stiano adottando misure protezionistiche velate da altri scopi (lotta all’inflazione, alla disoccupazione, tutela dei consumatori, dell’ambiente, etc.). I dazi sono l’altra faccia delle barriere non tariffarie erette dall’Europa contro le merci prodotte al di fuori di esse. Piaccia o meno, l’Europa si fa interprete ipocrita del libero commercio, dopo averlo osteggiato per anni, chiudendo a ogni accordo di rilievo con gli USA per ragioni di consenso spicciolo nelle sue principali economie: Francia e Germania. (Leggi anche: Commercio mondiale, timore resta la guerra valutaria)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Autovelox: abolita la distanza minima tra cartello e autovelox

Articolo seguente

Tassa animali in base al peso e alla razza e per aiutare i profughi: nuova legge o pesce d’aprile?