La Naspi non è altro che l’indennità per disoccupati INPS. Chi perde involontariamente il lavoro ha diritto a ricevere questa indennità dall’Istituto. La Naspi e quella indennità che ha sostituito tutte le precedenti nel momento in cui entrò in vigore il Jobs Act di Matteo Renzi. Con l’ingresso della Naspi infatti furono cancellate le misure precedenti quali la Aspi, la Mini Aspi, la Disoccupazione Ordinaria, il Trattamento speciale edili e la Requisiti ridotti. Il meccanismo di funzionamento della Naspi e le regole di calcolo sono collegate ai quattro anni che precedono la perdita del posto di lavoro che ricordiamo deve essere involontaria per poter dare diritto all’indennità.
“Buonasera, vi chiedo una spiegazione sul fatto che dopo quattro mesi di lavoro in estate, l’INPS mi ha accettato la domanda di Naspi liquidandomi due mesi di disoccupazione. Ciò che non quadra non è la durata della Naspi, perché sapevo benissimo di avere diritto a soli due mesi di sussidio. Ciò che non mi torna e che mi hanno liquidato una Naspi inferiore a 1.000 euro (950 euro circa) nonostante avessi uno stipendio per tutti i 4 mesi pari a 1.400/1450 euro al mese. Contavo di prendere 1.050 euro al mese almeno, visto che so che la Naspi vale il 75% dello stipendio. Come mai?”
Come si calcola la Naspi spettante
Il quesito del nostro lettore ci permette di approfondire il discorso riguardante il calcolo della Naspi che può sembrare semplice ma così non è. Pensare che basti fare il 75% della media delle retribuzioni avute durante il rapporto di lavoro negli ultimi 4 anni, è troppo semplicistico. In primo luogo va sottolineato che la Naspi sia per la durata che per il suo calcolo guarda ai quattro anni che precedono la data di perdita del posto di lavoro.
Il 75% dello stipendio ma anche il 25% della differenza tra minimale e retribuzione media
Effettivamente al nostro lavoratore spettano due mesi di Naspi, cioè la metà delle settimane lavorate utili alla misura. Ed anche per il calcolo si guarda alle retribuzioni degli ultimi quattro anni, con il nostro lavoratore che dichiara di aver avuto una retribuzione media di 1.400 euro circa al mese. Il 75% di 1400 è 1.050 euro. Ma le regole di calcolo della Naspi non permetteranno al nostro lettore di percepire questa somma come anche l’INPS ha confermato nel prospetto di liquidazione o con il pagamento della prima mensilità di naspi spettante.
Le regole basilari per calcolare la Naspi di un lavoratore
Ricapitolando, l’indennità per disoccupati INPS altrimenti detta Naspi, è pari al 75% della retribuzione media mensile lorda degli ultimi quattro anni di lavoro prima della interruzione involontaria. Questa regola si applica però solo ad una condizione e cioè che la media sia pari o al di sotto di 1.250,87 euro. Questo valore è quello valido per il 2022, dopo la sua indicizzazione di gennaio. Infatti ogni anno il valore cambia e si adegua all’aumento del costo della vita. Per l’anno 2021 per esempio, tale limite era fissato a 1.227,55 euro. Con 1.000 euro di stipendio medio la Naspi spettante è pari a 750 euro al mese. Così come con 1.250,87 euro di stipendio medio la Naspi spettante è pari a 938,15 euro.
Occhio anche alle trattenute sindacali
Se la retribuzione media supera i 1250,87 euro, come nel caso del nostro lettore, con 1.400 euro, si deve aggiungere al 75% di 1.250,87 euro (i prima citati 938,15 euro), il 25% della differenza tra stipendio medio e 1.250,87 euro. Nel caso specifico del nostro lettore, il 25% di 149,13 euro, cioè della differenza tra 1.400 euro e 1.250,87 euro. Altri 37,28 euro da aggiungere a 938,15, che portano la Naspi a 975,43 euro. Questa è la cifra che spetta al nostro lettore, che però ci dice di prendere ancora meno, cioè circa 950 euro al mese. La spiegazione più probabile è che il patronato presso cui ha presentato domanda, ha applicato la trattenuta sindacale, erodendo 20/25 euro al mese di prestazione.