C’era un tempo in cui la liquidità per le banche scorreva a fiumi e gratis. Anzi, era persino sottocosto grazie alla Banca Centrale Europea (BCE), che la prestava a tassi di interesse negativi. Anni terribili per i risparmiatori, italiani e del resto d’Europa. Conti correnti e deposito senza alcuna remunerazione. Una pernacchia ai sacrifici. Ma la situazione è notevolmente cambiata negli ultimi tempi. A gennaio di quest’anno, in media in Italia un conto deposito offriva lo 0,99% e un conto corrente lo 0,55%.
Tassi reali sui conti positivi
Sempre a gennaio, l’inflazione italiana era allo 0,8%. Secondo il mercato, si attesterà mediamente intorno all’1% per i prossimi cinque anni. Sperando che queste previsioni si rivelino azzeccate, significa che i risparmiatori oggi avrebbero la possibilità di tornare a proteggere la loro liquidità dalla perdita del potere di acquisto, semplicemente depositandola in banca.
Liquidità da banche a BTp
A far lievitare i tassi sui conti bancari non è stato soltanto e tanto l’aumento del costo del denaro in sé. Nei primi undici mesi dello scorso anno, i risparmiatori hanno spostato quasi 121 miliardi a favore dei titoli di stato. E da dove li hanno presi? I prelievi netti di liquidità presso le banche italiane sono stati nello stesso periodo per 54,6 miliardi. Pur restando alla cifra elevata di 1794 miliardi, il segnale è incontrovertibile. Le banche stanno accusando la concorrenza dello stato e devono cercare di trattenere i clienti alzando i tassi sulle nuove offerte proposte.
Questo trend sta sì beneficiando i risparmiatori, ma non sembra destinato a durare a lungo.
“Pacchia” per i risparmiatori verso il capolinea
D’altra parte, i risparmiatori stanno sì approfittando dell’aumento dei tassi, ma al contempo le banche più grandi non figurano tra le offerenti migliori. Pensate che le offerte di Intesa Sanpaolo e Unicredit, che da sole incidono per quasi la metà dei depositi italiani, non rientrano nemmeno tra le migliori 35 soluzioni indicate dai siti di comparazione per entità del tasso proposto. Questo vuol dire anche che le offerte più accattivanti stanno arrivando dalle banche minori. E bisogna anche verificarne il grado di solidità patrimoniale prima di giudicarle effettivamente tali. Una banca può darti il 4% su un conto deposito a 12-24-36 mesi, perché non possiede alternative più economiche per attirare liquidità e magari ne ha un impellente bisogno.
In definitiva, dovremmo aspettarci che il meglio sia alle spalle o in corso d’opera, mentre nei prossimi mesi è probabile che i risparmiatori in banca troveranno contratti loro meno favorevoli. D’altra parte hanno iniziato ad arretrare bruscamente i tassi sui mutui a gennaio, il segno che sul fronte dei ricavi le banche hanno raggiunto il picco e, a seguire, accadrà similmente per i tassi passivi. E se ieri il primo giorno di collocamento del BTp Valore 2030 (ISIN: IT0005583478) si è rivelato un successo oltre le due precedenti emissioni, significa che effettivamente in giro di tassi così allettanti tra le offerte delle banche italiane non ve ne siano poi così tante.