La pensione a 63 anni anche nel 2024, ma se aspetti il 2025 prendi da 600 a 2.000 euro in più

Un aiuto alle donne per calcolare la pensione a 63 anni e paragonarla a quella a 64 anni che genera fino a 2.000 euro di trattamento in più, ecco come.
2 mesi fa
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Si può rimandare la pensione oltre i 67 anni di età, ma questa scelta cosa comporta? ecco i pro e i contro.
Foto © Investireoggi

Andare in pensione a 63 anni è una possibilità che alcuni contribuenti italiani hanno anche se con solo 20 anni di versamenti. La misura da usare è la pensione anticipata contributiva, che però come tutti sanno parte da un’età minima di 64 anni. Scontata però per le lavoratrici che hanno avuto dei figli, con l’età che può essere tagliata anche di un intero anno.
Quindi, da 64 anni alcune donne lavoratrici, in base ai figli avuti, possono passare a 63 anni. Positiva questa possibilità, ma solo dal punto di vista anagrafico.

Perché adesso vedremo che dal punto di vista degli importi, la pensione a 63 anni anche nel 2024 nasconde insidie. A tal punto che aspettare un anno, rinunciare all’anticipo e sfruttando un’altra misura di favore per le madri, garantisce una pensione tra i 600 ed i 2.000 euro più alta.

La pensione a 63 anni anche nel 2024, ma se aspetti il 2025 prendi da 600 a 2.000 euro in più

Per le lavoratrici che sono diventate mamme nella loro vita se parliamo di pensione anticipata contributiva ci sono due diversi vantaggi. Che però non si possono sfruttare insieme ma sono alternativi tra loro. La pensione anticipata contributiva è una misura che permette di andare in pensione a 64 anni di età con 20 anni di contributi. Ma solo per chi ha il primo versamento successivo al 1995. E solo per chi raggiunge una pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale. Da questi requisiti iniziano i vantaggi per le donne. Perché per quelle che hanno avuto un solo figlio il cosiddetto importo soglia delle pensioni non deve essere al di sotto di 2,8 volte l’assegno sociale. E per chi ha avuto più figli la soglia si abbassa a 2,6 volte.
Per le donne c’è un altro vantaggio. Quello già citato in premessa che riguarda l’età di uscita. Che come detto può scendere a 63 anni sfruttando lo sconto di 4 mesi per ogni figlio avuto fino a massimo 12 mesi.

In pratica pensione a 63 anni e non a 64 anni. Uno sconto che riguarda solo le lavoratrici che hanno il primo versamento successivo al 31 dicembre 1995. Cioè la stessa platea a cui è destinata la pensione anticipata contributiva.

Come funzionano i vantaggi per le lavoratrici e quale conviene maggiormente

In termini pratici, 4 mesi di sconto a figlio avuto fino a massimo 12 mesi significa che una lavoratrice diventata madre almeno 3 volte può anticipare la pensione anticipata contributiva di un anno esatto. Passando da 64 anni di età e 20 anni di contributi a 63 anni di età e 20 anni di contributi. Chi compie 63 anni adesso quindi può andare in pensione con questa misura. Ma se rimanda al 2025, come vedremo adesso il calcolo del suo trattamento la sorriderà in maniera ben maggiore.
La pensione anticipata contributiva riguarda chi ha tutti i versamenti effettuati nel sistema contributivo. La pensione è calcolata interamente con questo sistema basato sull’ammontare dei contributi versati. Un sistema notoriamente penalizzante e soprattutto per le pensioni anticipate contributive, servono versamenti importanti e quindi serve che per almeno 20 anni la lavoratrice (ma vale anche per gli uomini), abbia avuto stipendi rilevanti di importo per garantirsi contributi rilevanti. Solo così si può arrivare a quegli importi soglia prima citati.

Il montante dei contributi viene prima rivalutato al tasso di inflazione e poi viene passato per i coefficienti di trasformazione. Che sono tanto più favorevoli al pensionato quanto più alta è l’età di uscita.
Quindi uscire a 63 anni fa prendere una pensione inferiore rispetto a chi lo fa a 64 anni. Perché nel primo caso il coefficiente è pari a 5,028% e nel secondo caso a 5,184%.
Un montante da 400.000 euro (già rivalutato) a 63 anni genera una pensione da 20.112 euro all’anno lorda. A 64 anni invece genera una pensione pari a 20.736 euro lorda.

Ecco i calcoli sulla pensione e perché a 63 anni si prende meno che a 64 anni

Per le donne che rinunciano, nonostante tre figli avuti ad andare in pensione a 63 anni nel 2024, rimandano l’uscita a 64 anni nel 2025, il vantaggio può essere maggiore. Si può chiedere all’INPS il favore di una vecchia norma introdotta dalla riforma Dini. Che concede in base ai figli avuti, un calcolo più favorevole della pensione. Infatti una donna che ha avuto 3 o più figli può farsi calcolare la pensione, chiedendo il favori della riforma Dini, con il coefficiente dei 66 anni (fino a 2 figli si usa il coefficiente dei 65 anni). Quindi, con 400.000 euro di montante moltiplicato per il coefficiente 5,531% si arriva ad una pensione di 22.124 euro, circa 2.000 euro in più per chi per via dei tre figli ha scelto di anticipare l’uscita a 63 anni. Importante anche se meno vantaggiosa è la soluzione che può adottare chi, avendo avuto due figli, può scegliere se uscire a 63 anni e 4 mesi (8 mesi di sconto, 4 per ogni figlio) o con pensione a 64 anni ma con il coefficiente dei 65 anni (5,352%). In questo caso la pensione annua lorda sarebbe di 21.408 euro.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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