Ci sono prestazioni pensionistiche molto particolari nel nostro sistema che spesso vengono trascurate con importanza ma che invece sono assolutamente da approfondire. Una di queste è senza dubbio la pensione anticipata contributiva. Una misura che più gli anni passano più sono le persone che possono centrarla. Naturalmente essendo una misura di pensionamento anticipato rispetto ai requisiti ordinari, ha dei requisiti aggiuntivi da completare oltre all’età e ai contributi. Per questo è circondata da dubbi e perplessità che vanno chiariti per poter, alla fine, consentire agli interessati di poterla utilizzare per la quiescenza.
“Gentile redazione, ho un dubbio particolare riguardo la mia possibilità di andare in pensione subito o se devo aspettare altri tre anni. Ho iniziato a lavorare il 28 settembre 1997. Da allora non ho più smesso e lavoro sempre con la stessa azienda. Sono una impiegata di ufficio e da quanto ne so, tale attività non rientra in nessuna delle categorie di lavoro agevolate dal punto di vista pensionistico, né usurante e né gravoso. Sembra però che a 64 anni di età, che compirò a dicembre, potrei tranquillamente avere accesso alla pensione contributiva. In pratica per me la pensione è fissata a 64 anni e non ha 67? Non ho capito bene il meccanismo della pensione anticipata contributiva.”
A 64 anni in pensione, ecco come funziona la pensione anticipata contributiva
Una misura di cui l’INPS tratta sul sito ufficiale nella scheda informativa relativa alle pensioni anticipate è questa pensione anticipata contributiva. La misura anche se inserita nel novero delle pensioni anticipate, somiglia più ad una specie di pensione di vecchiaia anticipata dal momento che la carriera minima utile a poter percepire il trattamento è pari a 20 anni. Così come la pensione di vecchiaia ha nei 20 anni di contribuzione il requisito minimo da raggiungere, così la pensione anticipata contributiva prevede la stessa carriera minima.
La pensione anticipata contributiva sempre più importante
La nostra lettrice ha completato a settembre scorso 25 anni di carriera e quindi di contributi versati. Pertanto rientra in pieno nel requisito contributivo minimo dei 20 anni. Inoltre avendo iniziato a lavorare a settembre del 1997, matura anche il requisito relativo al sistema contributivo. La pensione anticipata Infatti si c’entra solo se non esistono contributi versati antecedenti il primo gennaio 1996. È evidente che man mano che passano gli anni e ci si allontana dal 31 dicembre 1995, sono sempre meno i lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima di tale data. Per questo l’importanza di questa misura è sempre maggiore, a tal punto che è oggetto di studio in vista di una prossima ipotetica riforma.
Il requisito dell’importo minimo della pensione
A dire il vero però questi tre requisiti non sono gli unici da maturare per poter rientrare nella misura. Ne serve un quarto. Serve raggiungere un importo del trattamento pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Dal momento che l’assegno sociale del 2022, dal primo gennaio scorso è pari a 468,28 euro, per poter godere della pensione la nostra lettrice deve avere un trattamento liquidato alla data della decorrenza pari ad almeno 1.311,18 euro al mese. Calcolando che l’aliquota contributiva per i lavoratori dipendenti iscritti alla assicurazione generale obbligatoria dell’INPS (AGO) è sempre pari al 33%, è evidente che la nostra lettrice deve aver avuto per tutti i 25 anni di carriera o poco meno, uno stipendio nettamente più elevato rispetto alla pensione teoricamente necessaria per la pensione anticipata contributiva.
Qualcosa potrebbe cambiare nell’immediato futuro
Per la lettrice quindi, l’unico dubbio che rimane è quello di importo della pensione. Se la sua pensione liquidata alla data della decorrenza non è di importo come quello citato nel paragrafo precedente, la pensione non sarà a lei spettante a 64 anni. Su questo però bisogna attendere buone nuove da parte del governo, o meglio del governo che verrà eletto il 25 settembre. Infatti si ragiona se estendere la pensione a 64 anni con calcolo contributivo dell’assegno a tutti i lavoratori a prescindere dal fatto che siano o meno contributivi puri.
Vantaggi dall’estensione della misura a tutti i lavoratori
Ciò che più interessa la nostra lettrice in questo caso è il fatto che si abbasserebbe il requisito relativo all’importo della pensione utile al trattamento. Infatti anche se inizialmente si parlava di una pensione pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale, è molto probabile che il tetto scenda a 2,2 volte. In pratica potrebbe anche bastare una pensione intorno ai 1.030 al mese per poter godere di questo trattamento anticipato. Sarebbe più facile per la nostra lettrice, se non ha maturato il requisito a dicembre, quando fa il compleanno, maturarlo qualche mese dopo nell’anno successivo.