Per il 2022 la pensione anticipata a 64 anni è una certezza. E questo grazie alla Quota 102 per ritirarsi dal lavoro proprio dopo aver spento 64 candeline. Ma a patto di aver maturato, nel corso del corrente anno, oltre al requisito dell’età, pure il requisito dell’anzianità contributiva. Che è pari a 38 anni di contributi previdenziali versati.
Detto questo, la pensione anticipata a 64 anni è in realtà una certezza, con la Quota 102, anche per gli anni successivi. Maturando i requisiti nel 2022, infatti, il lavoratore potrà poi esercitare l’opzione pure negli anni successivi.
La pensione anticipata a 64 anni è una certezza, ma con la Quota 41 nel 2023 ecco come tutto cambierebbe
Ed allora, partendo dalla pensione anticipata a 64 anni che nel 2022 è una certezza, come si potrà passare nel 2023 alla Quota 41 per tutti? Ovverosia, alla misura per andare in pensione senza vincoli di età e con 41 anni di contributi previdenziali versati?
Al riguardo c’è da dire che, oltre alla pensione anticipata a 64 anni che è una certezza, da parecchi mesi a questa parte si parla proprio della Quota 41 pura. Che è una misura caldeggiata dai Sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Ma in realtà, ad oggi, mai presa in seria considerazione da parte del Governo italiano che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi.
Quante probabilità ci sono di istituzione della Quota 41 a partire dal prossimo anno
Chiarito che quest’anno la pensione anticipata a 64 anni è una certezza, in realtà ad oggi le probabilità di istituzione della Quota 41 a partire dal prossimo anno sono basse. Se non fosse, tra l’altro, che attualmente a causa della guerra in Ucraina e del caro energia il dialogo Governo-Sindacati sulla riforma è temporaneamente sospeso. Perché, in realtà, la riforma delle pensioni 2023 è l’ultimo dei pensieri del Governo Draghi con tutti questi rischi che l’Italia corre.