La pensione anticipata nel 2025 per chi ha parenti con la legge 104, la guida

La pensione anticipata nel 2025 può essere realtà con tre diverse misure per i caregiver con parenti con la legge 104.
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La pensione anticipata nel 2025 può essere realtà con tre diverse misure per i caregiver con parenti con la legge 104.
Foto © Investireoggi

Se ho un parente disabile posso andare in pensione prima? La domanda è di quelle che si pongono molti lavoratori. Perché sono tanti coloro i quali hanno a che fare con delle disabilità da parte di un parente che ha bisogno di assistenza e che spesso porta il lavoratore a dover sacrificare lavoro e carriera per dedicarsi al parente che ha evidenti difficoltà.
La normativa previdenziale in vigore proprio alla luce di queste situazioni consente uscite anticipate con diverse misure. E la legge di Bilancio confermando alcune misure per il 2025 ha di fatto aperto a tre diverse misure per il 2025 che possono utilizzare i caregiver per andare in pensione prima grazie al parente invalido con legge 104 a cui prestano assistenza.

“Buongiorno, volevo capire se potevo rientrare nell’Ape sociale nel 2025. Dal momento che ho superato già i 30 anni di contributi e nel 2025 compio 63 anni e 5 mesi di età, vi chiedo se, avendo mia madre invalida al 100% con legge 104 e accompagnamento, potevo avere il diritto di andare in pensione prima come caregiver. Volevo capire cosa signifca che devo aver assistito mia madre da almeno 6 mesi, perché non comprendo bene. Noi abbiamo messo una badante a mia madre perché da sola non può stare. Io vado a trovarla ogni giorno e più volte al giorno. Ogni volta che la badante va in pausa ci sono io ad assistere mia madre. Come dimostro che sono più di sei mesi che l’assisto? Mia madre in queste condizioni ormai è da 2 anni. Grazie mille per il vostro servizio.”

La figura del caregiver, ecco come funziona per le pensioni anticipate

Estrapolato dall’inglese, caregiver significa colui che si prende cura o che presta cure. Nel gergo previdenziale ormai la parola caregiver è di uso comune. Soprattutto perché i caregivers possono sfruttare almeno 3 canali di pensionamento anticipato. Ma il caregiver per le pensioni e per andare in pensione prima è una figura che deve rispettare determinati requisiti.

E anche il parente disabile deve essere di un certo tipo. Iniziamo subito con il dire che l’assistenza al parente disabile si può dimostrare solo convivendo con lo stesso parente. Bisogna vivere sotto lo stesso tetto con il parente da assistere con legge 104. Stesso tetto significa stessa casa, con lo stesso numero civico anche se magari ad interni differenti. Se il disabile vive in un altro immobile diverso da quello di residenza del richiedente la pensione e quindi del caregiver, nulla da fare. Unica eccezione i casi condominiali o simili, purché il numero civico della casa dove abita il caregiver coincide con quello del parente disabile.

Che parente deve essere il disabile assistito dal caregiver per la pensione anticipata?

Anche i caregiver familiari possono accedere all’Ape sociale, alla quota 41 per i precoci e ad opzione donna, che sono le tre misure destinate a questa figura. Detto della convivenza, che deve essere vecchia di almeno 6 mesi per tutte e tre queste misure, servono alcune condizioni aggiuntive che riguardano il disabile. Deve infatti essere il coniuge o un parente di primo grado del caregiver. Oppure può essere anche un parente o un affine di secondo grado, sempre convivente con il caregiver, ma ad alcune condizioni prestabilite. Infatti è necessario che il disabile sia privo di genitori o coniuge. Oppure sia con coniuge o genitori oltre i 70 anni di età o ancora con coniuge o genitore a loro volta disabili gravi. In pratica, parente o affine di secondo grado non devono avere a loro volta familiari che possono assisterli al posto del caregiver che richiede la pensione.

Per i caregiver la pensione con l’Ape sociale anche nel 2025

Tra le varie categorie a cui queste è destinata l’Ape sociale c’è anche quella dei caregivers e pertanto con 63 anni e 5 mesi di età e con almeno 30 anni di contributi possono andare in pensione quanti rispettano le caratteristiche citate prima.

Ricordiamo che l’Ape sociale è un assegno che porta l’interessato alla pension, cioè che lo accompagna fino ai 67 anni di età. Infatti l’Ape sociale decade a 67 anni e gli interessati devono poi passare a presentare la domanda di pensione di vecchiaia. Chi prende l’Ape sociale e va in pensione da caregiver non deve svolgere alcuna attività di lavoro subordinato o autonomo. L’unica attività che eccezionalmente è ammessa è il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. La misura non può essere erogata per un importo superiore a 1.500 euro, non viene mai rivalutata al tasso di inflazione per tutti gli anni di anticipo ed è priva di assegni familiari, maggiorazioni e tredicesima. Inoltre non è una prestazione che può passare ai superstiti in caso di decesso del pensionato.

Opzione donna ai caregiver, ecco come funziona la pensione anticipata

Sempre con le stesse caratteristiche del caregiver e per gli stessi parenti, anche opzione donna può essere una soluzione per la pensione anticipata. In questo caso la lavoratrice che chiede opzione donna come caregiver deve rispettare delle condizioni. Entro il 31 dicembre dell’anno precedente quello in cui decide di andare in pensione con opzione donna deve raggiungere 61 anni di età e almeno 35 anni di contributi. Se la lavoratrice ha avuto un figlio nella sua vita, l’età da centrare entro la fine dell’anno precedente è di 60 anni. Invece con più figli avuti l’età da completare scende a 59 anni. La pensione ha un pesante fardello nel ricalcolo contributivo. Infatti chi va in pensione con opzione donna deve accettare che la sua pensione sia calcolata esclusivamente sul montante dei contributi e non sulle ultime retribuzioni. Nonostante la lavoratrice abbia in dote molti anni di versamenti prima del 1996.

La quota 41 per i caregiver precoci

Ultima misura destinata ai caregiver, con le stesse specifiche regole sullo status di assistente familiare e con gli stessi vincoli di parentela è la quota 41 per i precoci.

La misura non prevede alcun limite di età. Basta rispettare i 3 requisiti contributivi previsti. Servono almeno 41 anni di contributi versati. Di questi 41 anni per la quota 41 precoci, almeno 12 mesi devono essere stati versati prima di aver compiuto i 19 anni di età. Questo requisito è quello che serve per essere riconosciuti precoci. Inoltre di questi 41 anni almeno 35 devono essere stati raggiunti senza considerare i contributi figurativi da disoccupazione o malattia.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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