La pensione con Ape sociale non è reversibile ai superstiti

Ape Sociale non è reversibile ai superstiti. Ecco quali sono i motivi e cosa bisogna fare per avere la quota di pensione.
3 anni fa
1 minuto di lettura
ape sociale

La pensione liquidata con Ape Sociale non è reversibile ai superstiti. In pratica, se il beneficiario muore, il coniuge e/o familiare superstite/i non ha diritto alla quota di pensione spettante.

È questa una delle caratteristiche penalizzanti di Ape Sociale che pochi conoscono. La legge esclude infatti che si possa accedere alla reversibilità della pensione liquidata in anticipo a 63 anni con questo sistema.

Perché Ape sociale non è reversibile

Come mai? Per capire bene il motivo bisogna precisare che l’anticipo pensionistico non è una pensione.

Si tratta infatti di una indennità economica ponte, di uno scivolo, pagato dallo Stato a certe categorie di lavoratori in condizioni di disagio sociale.

L’Ape Sociale interviene quindi, non come pensione vera e propria, anche se in genere la si paragona a questa prestazione. La liquidazione di Ape Sociale al raggiungimento dei 63 anni di età, su domanda dell’interessato, è calcolata sulla base dei contributi versati (almeno 30 anni), ma non è una pensione a tutti gli effetti.

Di fatto non è previsto il pagamento delle tredicesima, non spettano gli ANF e c’è un tetto massimo di 1.500 euro lordi mensili. L’assegno non dà nemmeno diritto a contribuzione figurativa. Al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, però, Ape Sociale termina e l’ente pensionistico liquida la pensione.

La pensione indiretta

Quindi cosa succede se il beneficiario di Ape Sociale muore? I superstiti aventi diritto alla pensione di reversibilità non possono chiedere nulla perché l’indennità ponte non è reversibile come se fosse la pensione. In altre parole il beneficiario non è pensionato.

Gli aventi diritto dovranno quindi chiedere la pensione indiretta. Essa è riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia perfezionato 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva ovvero 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente la data del decesso.

In pratica il coniuge e/o gli aventi diritto, in caso di decesso del titolare di Ape Sociale, devono presentare domanda di pensione indiretta all’ente pensionistico che provvederà a calcolare l’assegno spettante sulla base delle risultante dei contributi versati.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Quota 100: come si supera l’incompatibilità con i redditi da lavoro autonomo

Nessuna penalizzazione per i forfettari che guadagnano di più: novità 2022
Articolo seguente

Nessuna penalizzazione per i forfettari che guadagnano di più (sempre entro la soglia massima): novità 2022