La pensione di reversibilità, ma anche gli arretrati del defunto, ecco cosa deve fare la moglie di un pensionato

Ai superstiti oltre che la pensione di reversibilità spettano tutti i ratei maturati dal pensionato e non ancora riscossi quando era in vita.
1 mese fa
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Quando un parente muore, i superstiti devono affrontare diversi adempimenti. Se il deceduto era pensionato, questi adempimenti aumentano, poiché, oltre alla richiesta della pensione di reversibilità all’INPS e alla presentazione della dichiarazione di successione, è necessario presentare ulteriori domande.

Oggi analizziamo la richiesta delle rate maturate e non riscosse dal pensionato deceduto. Si tratta di emolumenti spettanti ai superstiti, che l’INPS è obbligata a erogare, ma solo su esplicita richiesta degli interessati. In altre parole, serve presentare un’apposita domanda.

La pensione di reversibilità e gli arretrati del defunto: cosa deve fare la moglie di un pensionato

Quando un pensionato muore, i superstiti devono solitamente presentare la dichiarazione di successione. Questo adempimento è necessario per subentrare nelle proprietà immobiliari del defunto o per recuperare eventuali risparmi presso banche o uffici postali.

Successivamente, è obbligatorio presentare la dichiarazione dei redditi in qualità di eredi, in quanto anche il defunto rimane soggetto agli obblighi fiscali, che però passano ai superstiti. Infine, la vedova del pensionato, i figli o altri parenti aventi diritto devono presentare la domanda di reversibilità affinché una parte della pensione del defunto venga assegnata loro di diritto.

Le percentuali variano in base alla situazione reddituale del superstite, al grado di parentela e al numero di soggetti aventi diritto alla reversibilità. Questi tre adempimenti sono i principali e sono raramente trascurati dai superstiti. Tuttavia, c’è un adempimento che spesso viene dimenticato, facendo perdere soldi ai superstiti, lasciandoli nelle casse dell’INPS.

Pensione ai superstiti: come recuperare i ratei maturati

L’adempimento meno conosciuto e spesso ignorato dai superstiti è la richiesta dei ratei maturati e non riscossi dal pensionato deceduto. Si tratta di somme che il pensionato ha maturato durante l’anno, ma che non ha riscosso prima del decesso, come stabilito dalla normativa.

Due esempi sono la tredicesima e la quattordicesima mensilità.

La tredicesima è un diritto per tutti i pensionati, salvo rare eccezioni. La quattordicesima, invece, è riservata ai pensionati con redditi inferiori a una certa soglia. Ogni mese di pensione contribuisce a maturare una frazione della tredicesima o quattordicesima mensilità.

Dato che la tredicesima si eroga a dicembre e la quattordicesima a luglio, se un pensionato muore prima di incassarle, si genera un credito nei confronti dell’INPS. Questo credito non può essere riscosso dal pensionato deceduto, quindi spetta ai superstiti presentare la domanda per recuperare i ratei maturati e non riscossi.

Ai superstiti tutti i crediti del pensionato, anche quelli verso l’INPS

Sebbene la tredicesima e la quattordicesima siano gli esempi più comuni di rate maturate e non riscosse, ci sono altri casi che possono generare un credito per i superstiti. Ad esempio, se il pensionato aveva diritto a un supplemento di pensione per contributi versati dopo la liquidazione della pensione, anche questo supplemento può essere richiesto dagli eredi. Lo stesso vale per eventuali ricalcoli della pensione, derivanti da domande di ricostituzione la cui istruttoria si è conclusa dopo il decesso del pensionato.

In sintesi, i superstiti hanno il diritto di subentrare in qualsiasi credito maturato dal pensionato alla data del decesso.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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