Per la pensione di vecchiaia nel 2022 a 67 anni di età ci sono due trappole. Ovverosia, due requisiti da rispettare oltre a quello anagrafico. Ma il Governo italiano che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi non c’entra.
Dato che la pensione di vecchiaia nel 2022 a 67 anni di età è una misura strutturale. Nella fattispecie, collegata all’aspettativa di vita e non alla recente riforma dell’Esecutivo con cui, nel passaggio dal 2021 al 2022, è stata da un lato introdotta la Quota 102. E dall’altro per la Quota 100 si è concluso, senza proroghe, il triennio sperimentale.
La pensione di vecchiaia nel 2022 a 67 anni di età con due trappole. Ma il governo del premier Mario Draghi non c’entra
Nel dettaglio, la pensione di vecchiaia nel 2022 a 67 anni di età si ottiene avendo versato almeno 20 anni di contributi previdenziali obbligatori. Ma non basta in quanto c’è un ulteriore vincolo. Ovverosia, quello per cui la pensione da erogare dovrà essere di importo superiore a 1,5 volte l’assegno sociale.
Sotto queste condizioni, vigenti già prima del Governo italiano che è guidato dal premier Mario Draghi, la pensione di vecchiaia nel 2022 a 67 anni di età si può ottenere. Altrimenti anche a 67 anni di età la prestazione di vecchiaia è inaccessibile. Ed in tal caso non resta al lavoratore che prolungare l’attesa. Puntando, nello specifico, alla pensione di vecchiaia contributiva. Vediamo allora di cosa si tratta.
Quando il ritiro dal lavoro da 67 sale fino a 71 anni di età. Ma con un requisito contributivo che è molto accomodante
Se la pensione di vecchiaia nel 2022 a 67 anni non è accessibile, allora il lavoratore avrà la possibilità di ritirarsi comunque quattro anni dopo. Precisamente, a 71 anni di età con un requisito di anzianità contributiva che in tal caso è molto accomodante. Visto che basteranno appena 5 anni di contributi previdenziali versati. Così come è riportato in questo articolo.