In futuro la pensione dei lavoratori sarà sempre più bassa. Il sistema di calcolo contributivo riduce di parecchio l’assegno perché basato esclusivamente su quanto versato nelle casse pensionistiche durante la carriera.
E’ quindi sempre più necessario ricorrere a strumenti integrativi della rendita, come i fondi pensione. Ma quale scegliere e, soprattutto, quanto rendono? In Italia c’è poca informazione a riguardo e anche tanta diffidenza.
Come si costruisce la rendita integrativa
Indispensabile è quindi informarsi bene su come ottenere una rendita integrativa e a chi affidare la gestione del proprio TFR.
Ma i lavoratori dipendenti, in assenza di disposizioni entro 6 mesi dall’assunzione, si vedranno destinato in via automatica il TFR a un fondo pensione di categoria.
Oggi, quindi, ci sono una marea di possibilità di farsi una pensione integrativa aderendo ai vari fondi pensioni. Tutto sta però nel capire come e quanto rendono. Il rischio è quello di affidare propri soldi a gestori che poi, a fronte di roboanti promesse, non ritornano al lavoratore quanto sperato.
La scelta del fondo pensione
Esistono fondamentalmente tre tipi di rendita per i fondi pensione, che naturalmente variano in base alle garanzie che si vogliono ottenere al termine del piano di accumulo della rendita. La prima forma è quella vitalizia non reversibile e che si estingue con la morte del sottoscrittore.
La seconda forma di pensione integrativa è invece reversibile e prevede il pagamento della rendita al sottoscrittore al momento del pensionamento e fino alla data di premorienza. Dopo la morte, la rendita residua si trasmette, in forma più o meno ridotta, agli eredi o beneficiari designati dal sottoscrittore. In alcuni casi è prevista anche la liquidazione del capitale residuo al posto della rendita.
Questa formula prevede ovviamente una penalizzazione sulla rendita finale, rispetto alla prima, proprio perché offre maggiori garanzie di continuità.
La terza via è rappresentata dalla rendita certa e poi vitalizia. Tale rendita permette al sottoscrittore di ottenere il pagamento di una rendita definita per 5-10 anni al momento del pensionamento, per poi trasformarsi in rendita vitalizia per il resto della vita. Anche in questo caso, i costi e i benefici cambiano.