“Secondo una simulazione che ho fatto, percepirò una pensione che mi consenta di vivere in modo adeguato a condizione che prolunghi il mio lavoro ancora di tre anni dopo la mia morte“, afferma Fabrizio Caramagna. Parole che evidenziano uno dei maggiori problemi del sistema pensionistico italiano, ovvero il riconoscimento di un assegno dall’importo talmente basso da rendere difficile arrivare alla fine del mese.
Complice l’aumento generale dei prezzi, infatti, sostenere le varie spese risulta per molti essere una vera e propria impresa.
La pensione non basta per vivere: viaggio nel mondo dei pensionati lavoratori. Ma conviene?
Grazie a un report dell’Istat, così come riportato da Il Sole 24 Ore, è stato tracciato il profilo del pensionato – lavoratore. In tre casi su quattro si tratta di uomini, con un‘età media pari a 69 anni, che vivono in prevalenza al Nord Italia e svolgono un lavoro indipendente. Sempre stando ai dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, inoltre, si evince che i titolari di pensione che continuano a lavorare hanno raggiunto nel corso del 2021 quota 444 mila.
Entrando nei dettagli, si è registrato un aumento del 13,3% rispetto all’anno precedente. Un dato che dimostra come l’importo delle pensioni sia inadeguato rispetto alle esigenze dei soggetti beneficiari. A rimarcare questo concetto l’Istat che nel report sottolinea come:
“proprio al segmento più anziano si deve buona parte dell’incremento osservato nel 2021 rispetto all’anno precedente (+15,7%). Nel complesso, l’età media dei pensionati con redditi da lavoro nel 2021 ha superato i 69 anni: tra gli uomini la media è stata di circa mezzo anno più elevata rispetto alle donne e tra i lavoratori indipendenti di oltre di tre anni dei “dipendenti”.
I dati Istat
Il settore che vede la presenza di un maggior numero di pensionati – lavoratori è quello dei servizi.
L’aumento dei cosiddetti pensionati – lavoratori ha un impatto non indifferente anche sulla spesa previdenziale. Grazie agli ultimi dati, infatti, emerge che nel 2021 sono state erogate 22,7 milioni di pensioni a ben 16 milioni di persone. Il tutto per un costo pari a 313 miliardi di euro, ovvero il 17,6% del Pil, che è aumentato dell’1,7% rispetto al 2020.