La riforma pensioni è entrata a tutti gli effetti nel campo della campagna elettorale. Con tutte le sue sfumature per accaparrarsi voti di ogni genere ed età.
In questo contesto, anche Opzione Donna che interessa tipicamente le lavoratrici, è oggetto di discussione e promesse di rinnovo. Come noto, infatti, il pensionamento anticipato a 58-59 anni di età ha finora tutelato molto le donne.
Opzione donna si va verso la proroga nel 2023
Così i partiti puntano sulla necessità di prorogare anche al 2023 Opzione Donna, anche se i conti sulle pensioni rischiano di non tornare.
Da Bruxelles premono affinché le pensioni anticipate spariscano del tutto dall’ordinamento italiano. E Opzione Donna già lo scorso anno era finita nelle mire del governo Draghi. Si parlava allora di abolizione nell’ambito di un più ampio programma di riforma delle pensioni, ma poi non se ne fece più nulla.
Ora Opzione Donna torna ad essere al centro del dibattito femminile. Ovviamente le lavoratrici difendono l’istituto a spada tratta confidando anche in una riforma strutturale che dia stabilizzazione all’uscita anticipata. Per una donna, infatti, oltre al lavoro, vi sono tante altre incombenze e lavoretti domestici che, pur non essendo remunerati, sono a tutti gli effetti un secondo lavoro.
In pensione a 60 anni?
Tuttavia, fa notare Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, è probabile che il requisito anagrafico possa salire di un paio di anni. Fermo restando quello contributivo a 35 anni, l’età per andare in pensione con Opzione Donna dovrebbe salire a 60 anni (61 per le lavoratrici autonome).
Come noto, la liquidazione della pensione con Opzione Donna implica un calcolo basato solo sul sistema contributivo (più penalizzante rispetto a quello misto). In pratica i contributi versati prima del 1996 nel sistema retributivo vengono migrati al sistema contributivo puro derivandone così una penalizzazione.
L’allungamento dell’età pensionabile di Opzione Donna sarebbe gradita da più parti, ma anche dalle stesse lavoratrici che godrebbero di un assegno più alto.