Si pensa e si propone una regionalizzazione del canone RAI. Dunque, una televisione nazionale e la relativa tassa non più gestite esclusivamente dallo Stato ma (in tutto o in parte) dalle Regioni.
La regionalizzazione dei servizi di telecomunicazione e radiotelevisivi è possibile. Esistono non solo le basi giuridiche, ma ci sono i presupposti tecnici e tecnologici.
E’ quanto emerge a conclusione della presentazione del report promosso dal Corecom del Veneto e realizzato dal professor Bercelli dell’Università di Verona sulla regionalizzazione dei servizi di telecomunicazione e radiotelevisivi.
Com’è oggi il canone RAI
Oggi il canone RAI (e la tv nazionale in genere) è di esclusiva competenza dello Stato. L’intero introito finisce nelle casse centrali.
La tassa sul possesso del televisore è pagata mediante addebito diretto sulla bolletta della luce. Questo perché vale la presunzione secondo cui, chi è intestatario di utenza elettrica domestica residenziale si presume anche possessore di apparecchio televisivo.
E’ possibile sottrarsi all’addebito solo inviando (all’Agenzia delle Entrate) la dichiarazione sostitutiva di non detenzione TV. Questo può essere fatto se in famiglia (e in nessuna casa di quella stessa famiglia) non è presente alcun televisore. Non si paga il canone nemmeno nei casi di specifica esenzione. Si pensi all’esonero canone RAI over 75.
Dichiarazione sostitutiva non detenzione, i termini di invio
Si punta ora alla regionalizzazione della RAI. Cosa già presente solo nelle provincie autonome di Trento e Bolzano, e nelle regioni a statuto speciale.
Esiste un patrimonio anche di professionalità oltre alle tecnologie avanzate per cui diciamo che è possibile immaginare un sistema radiotelevisivo e multimediale pubblico gestito su base regionale sostenuto, ad esempio, con parte della quota del gettito del canone televisivo pagato dai cittadini veneti.
So che alcuni consigli regionali, la Lombardia ad esempio, si sta già elaborando una legge specifica e credo che il Veneto, possa affrontare un analogo percorso.
Queste le parole presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti. A questi fanno eco Marianna Sala, Presidente del Corecom Lombardia e Igor De Biasio, del Consiglio di amministrazione RAI. Quest’ultimo ha confermato l’impegno personale per un forte coinvolgimento delle Regioni nel prossimo contratto di servizio.