La riforma delle pensioni nel 2025 e come potrebbe nascere, le ultime novità su quota 41 per tutti e flessibilità

Al momento la riforma delle pensioni non è certo un provvedimento già pronto e quindi tutto è ancora appeso alle semplici ipotesi. Eppure qualcosa dal punto di vista previdenziale inizia a muoversi. D’altronde presto si dovrebbe iniziare a delineare meglio il quadro della situazione con il pacchetto pensioni della legge di Bilancio. Ma tra pensioni flessibili, quota 41 per tutti e altre novità, cosa potrebbe succedere? Ad oggi le probabili misure che potrebbero essere inserite nel pacchetto pensioni della manovra sono diverse. Una diversa dall’altra e soprattutto con vantaggi e svantaggi per i lavoratori che sono interessati da queste notizie
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3 mesi fa
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Ecco perché adesso può arrivare una riforma pensioni a 64 anni con 25 di contributi in alternativa alla pensione di vecchiaia ordinaria.
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Al momento la riforma delle pensioni non è certo un provvedimento già pronto e quindi tutto è ancora appeso alle semplici ipotesi. Eppure qualcosa dal punto di vista previdenziale inizia a muoversi. D’altronde presto si dovrebbe iniziare a delineare meglio il quadro della situazione con il pacchetto pensioni della legge di Bilancio. Ma tra pensioni flessibili, quota 41 per tutti e altre novità, cosa potrebbe succedere?

Ad oggi le probabili misure che potrebbero essere inserite nel pacchetto pensioni della manovra sono diverse.

Una diversa dall’altra e soprattutto con vantaggi e svantaggi per i lavoratori che sono interessati da queste notizie perché intendono uscire dal lavoro dal 2025 in poi.

“Buonasera, volevo alcuni chiarimenti sulla riforma delle pensioni. Voglio informazioni sulla quota 41 per tutti che, come mi sembra, il governo pare intenzionato a varare. Ma di cosa si tratta, come funzionerà e che misura sarà? Io conto di arrivare entro la fine del 2025 a 41 anni di contributi, e volevo capire se la nuova pensione è favorevole o no.”

La riforma delle pensioni nel 2025 e come potrebbe nascere, le ultime novità

La Lega di Matteo Salvini da sempre ha nella quota 41 per tutti la misura preferita per riformare il sistema previdenziale italiano. Secondo noi esperti di Investire Oggi però, una misura come quota 41 per tutti farebbe tutto tranne che arrivare a riformare effettivamente il sistema previdenziale. Naturalmente però non si può negare la bontà di una misura che consentirà di andare in pensione con 41 anni di contributi versati a più lavoratori.

Nella versione iniziale della misura, cioè quella che proponeva la Lega già ai tempi della quota 100 nel 2019, la quota 41 per tutti doveva essere estesa davvero alla generalità dei lavoratori. Tutti coloro che arrivavano a 41 anni di contributi versati a prescindere dalla loro età dovevano poter andare in pensione. Una misura universale quindi, molto simile ad una nuova pensione di anzianità.

Ma con tante problematiche ed evidenti ragioni di critica dal punto di vista dell’impatto sulle casse pubbliche. Che è una cosa che inevitabilmente devono considerare i legislatori.

Una nuova pensione quota 41, ma chiamarla per tutti non è più legittimo

 

Nel tempo la misura è stata già modificata come struttura anche perché nella versione iniziale il costo per le casse statali era troppo elevato, come detto prima. Se poi consideriamo che dalla Unione Europea arrivano diktat sempre più stringenti a livello di conti pubblici, è evidente che approntare una quota 41 per tutti come inizialmente voleva la Lega non è certo una cosa semplice. Ecco perché si cerca di portare a compimento quella che era e resta una promessa elettorale, ma in maniera meno costosa per l’INPS. In primo luogo infatti si pensa ad inserire per la quota 41 per tutti il ricalcolo contributivo della prestazione. Un calcolo sfavorevole della pensione quindi.

A dire il vero questo ricalcolo contributivo che notoriamente è penalizzante per i lavoratori ma favorevole per le casse dell’INPS, ormai si tende ad utilizzare per qualsiasi misura di pensionamento anticipato su cui si lavora. Va detto anche che man mano che passano gli anni sono sempre meno i lavoratori davvero penalizzati dal ricalcolo contributivo della prestazione. Perché sono sempre meno coloro che hanno 18 anni di contributi già al 31 dicembre 1995.

Nuova pensione quota 41, me vecchi limiti

Purtroppo però sulla quota 41 per tutti oltre al ricalcolo contributivo atto a ridurre la platea dei potenziali richiedenti e quindi favorire la salvaguardia delle casse pubbliche, potrebbero nascere anche degli altri vincoli. Infatti se il calcolo contributivo della quota 41 per tutti ormai può essere dato per certo, come per esempio è oggi per la quota 103, la platea dei potenziali richiedenti potrebbe essere ridotta con un altro vincolo.

Infatti potrebbe essere lasciato in pista il vincolo del lavoro precoce come per la quota 41 di oggi.

In pratica anche la quota 41 per tutti potrebbe nascere come una misura destinata solo a chi ha almeno un anno di contributi versati prima di aver compiuto 19 anni di età. In questo caso, rispetto all’odierna quota 41 per i precoci, la nuova misura finirebbe con l’estendersi la pensione solo a quei lavoratori che oggi, non rientrando nei lavori gravosi, negli invalidi, nei caregivers o nei disoccupati, non possono sfruttare la quota 41 per i precoci.

La pensione anticipata flessibile, come dai 64 anni di età?

Se la quota 41 per i precoci è ancora una semplice ipotesi e non c’è niente di definitivo, ancora di più lo sono le misure che per esempio sono state proposte tempo fa dal pool di esperti del CNEL. Una proposta che però dovrebbe ancora finire sul tavolo della discussione in seno al Consiglio dei Ministri, è la pensione flessibile dai 64 e 72 anni di età. Una misura anche in questo caso da limare e tagliare per rendere il più sostenibile possibile a livello di conti pubblici le novità previdenziali.

La misura infatti dovrebbe prevedere dei tagli di assegno. O con il sistema contributivo o con una penalizzazione del 3,5% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni di età. Ma dovrebbe prevedere anche premi per chi rimanda l’uscita ad una età successiva ai 67 anni. In questo caso dovrebbero essere modificati anche i coefficienti di trasformazione in modo tale da rendere più appetibile il rinvio della prestazione.

L’importo minimo della prestazione e come verrebbe introdotto nuovamente

Una nuova misura flessibile al fianco della nuova quota 41 per tutti, ecco quindi il progetto di riforma delle pensioni. La misura di cui si parla dal punto di vista della flessibilità dovrebbe portare però a 25 anni il numero di anni di contributi minimi da raggiungere per poter sfruttare questa possibilità. Non più 20 anni di contributi come per la pensione di vecchiaia quindi ma 25 anni.

E questo non farebbe altro che rendere un po’ più complicato l’accesso ad una pensione di questo genere per chi non ha avuto la fortuna di raggiungere una carriera lunga e continua.

Un altro vincolo che verrebbe imposto alla misura è relativo all’importo della prestazione. Infatti sembra che nella testa dei promotori, baleni l’ipotesi di ritornare a prevedere un tetto minimo della prestazione pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Lo stesso vincolo che fino al 2023 gravava sui contributivi puri quindi. Infatti per la loro pensione di vecchiaia questi lavoratori dovevano raggiungere un trattamento pari almeno ad 1,5 volte l’assegno sociale. In termini pratici non basterebbe semplicemente raggiungere la giusta carriera contributiva e la giusta età per uscire dal lavoro. Chi non raggiunge una prestazione di circa 800 euro al mese non potrebbe comunque andare in pensione con questa nuova flessibilità.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

8 Comments

    • Ma soprattutto non sono stati Salvini e la Meloni in campagna elettorale ( nel 2022) a promettere quota 41 o addirittura 58 anni di età???? Comodo promettere e poi arrivare al governo e dire : ” Eh ,non ci sono i soldi” gne gne e giù lacrime

      • E non hanno neanche la giustificazione che non sapevano che le csse erano vuote perchè la maggior parte di loro erano seduti in quelle poltrone da decenni. Era solo propaganda elettorale naturalmente per prendere voti e cambiare poltrona da quella dell’opposizione a quell del comando.

  1. Buongiorno,
    Volevo sapere se secondo voi è possibile nel 2025 l’ introduzione della quota 104 (63+41) o quota 105 (64+41) senza nessuna penalizzazione?
    Grazie mille
    Pietro Riccitelli

  2. È molto buona l ipotesi dell abbattimento del vincolo 67 anni, rendendolo opzionale, c è che vuole andare prima e chi resterebbe, non siamo tutti medesima situazione

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