Per la riforma delle pensioni a partire dal 2023 c’è stata di recente la delusione del Def. In quanto nel Documento di economia e finanza del Governo italiano non c’è nulla di significativo sulla riforma strutturale della previdenza pubblica.
Ma nello stesso tempo è giusto dire che, per la riforma delle pensioni a partire dal 2023 nulla è perduto. In quanto l’ultima spiaggia, a questo punto, è rappresentata dalla prossima legge di Stabilità. Quindi, tecnicamente, c’è ancora tempo fino al mese di dicembre del 2022 per mettere nero su bianco una forma attualmente in stallo a causa della guerra in Ucraina.
La riforma pensioni a partire dal 2023 approvata solo in zona Cesarini. Ecco lo scenario che prende corpo
Detto questo, il percorso classico per le riforme strutturali è quello del confronto con le parti sociali. E quindi per vedere la riforma pensioni dal 2023 approvata è necessario che presto sia riattivato il dialogo.
Tra il Governo italiano guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Ed i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Visto che attualmente, tra la guerra in Ucraina e la crisi energetica, la riforma delle pensioni 2023 è l’ultimo dei pensieri del Governo Draghi con tutti questi rischi che l’Italia corre.
Quali sono le misure sul tavolo per la riforma strutturale della previdenza pubblica
Prima dello stop forzato al dialogo Governo-Sindacati, per la riforma delle pensioni dal 2023 le parti si erano sedute al tavolo, prima di tutto, per trovare la quadra sulla flessibilità in uscita. Ma anche, sebbene per ora sia tutto fermo, per il rilancio della previdenza integrativa e per istituire nuove forme di tutele previdenziali a favore delle donne e dei giovani lavoratori. Tutte misure finalizzate, tra l’altro, a superare definitivamente la legge Fornero, e pure quelle misure di pensionamento anticipato istituite come soluzioni tampone. Su tutte, la Quota 102.