I primi mesi dell’anno sono stati nefasti per il mercato obbligazionario. I rendimenti si sono impennati e contestualmente i prezzi sono implosi. A farne maggiormente le spese sono stati i bond percepiti come “sicuri” e con elevata “duration”. Durante la prima fase della pandemia, furono oggetto di acquisti ingenti per la minore propensione al rischio degli investitori. Con l’avvio delle vaccinazioni e il ritorno all’appetito per il rischio, sono stati venduti a mani basse. Almeno fino a metà maggio, quando il trend si è chiaramente invertito.
Quando parliamo di bond sicuri o “safe asset”, ci riferiamo ai titoli del debito emessi da stati con rating solidissimi. Tra questi vi è la Germania, che nell’estate di due anni fa emise un Bund a 30 anni con scadenza 15 agosto 2050 e senza cedola. A dicembre, questo titolo viaggiava a un rendimento del -0,25%. Oggi, offre lo 0,20%. In questi sette mesi, ha perso oltre il 12%. Tuttavia, nell’ultimo bimestre ha recuperato parte delle perdite. Pensate che a maggio era sceso a una quotazione minima di 87,50, mentre adesso questa risulta risalita sopra 94: +8%!
Bond sicuri, dietrofront dei rendimenti
Ma i casi più eclatanti nel mondo dei bond sicuri arrivano dall’Austria, paese che ha emesso debito a 100 anni su due scadenze: settembre 2117 e giugno 2120. La prima sfiorava la quotazione di 235 a dicembre, mentre oggi è a 174. Ma da maggio guadagna il 14%. La seconda perde il 30% da dicembre, ma risale di quasi il 16% in due mesi.
Come mai questo trend? Dopo mesi di timori sulla reflazione, il clima tra gli investitori si è un po’ rasserenato dopo che le banche centrali hanno rassicurato che non correranno subito ad alzare i tassi e tagliare gli stimoli monetari. Dopo la Federal Reserve, anche la BCE ha ridefinito il target d’inflazione, un modo per guadagnare tempo e restare ultra-espansiva in fase di rimbalzo del PIL dopo la pandemia.