L’India è stato il primo consumatore al mondo di oro fino a un paio di anni fa, quando è stata superata dalla Cina. In realtà, il sorpasso è stato dovuto alle misure che il precedente governo di Nuova Delhi aveva introdotto nella primavera del 2013 per frenare le importazioni e migliorare così il saldo delle partite correnti, in profondo rosso. Fu prevista, ad esempio, la legge dell’80:20 (da qualche mese abrogata), ossia che almeno il 20% dell’oro importato doveva essere successivamente esportato, magari dopo eventuali lavorazioni.
Il legame tra gli indiani e l’oro
Ma l’amore degli indiani per il metallo non è venuta meno. Due sono le ragioni fondamentali per cui continuano a comprarlo: la prima è culturale. In pochi sapranno che il prezzo dell’oro tende a crescere a ridosso della festa hindu del Diwali, che si tiene a ottobre e durante la quale la popolazione indiana fa incetta del metallo, accrescendo la domanda mondiale. Ma esiste anche una seconda ragione molto più pratica: l’oro serve a difendersi dalla perdita di acquisto della moneta, che si traduce in un’inflazione ancora elevata – per quanto in calo ad aprile al 4,9% dalla media dell’8,6% tra il 2012 e il 2015 – e una rupia storicamente debole. Nonostante l’ottima gestione della Reserve Bank of India da parte del governatore Raghuram Rajan e l’impegno del nuovo premier Narendra Modi a perseguire la stabilità dei prezzi, la rupia ha perso nell’ultimo anno contro il dollaro il 7,5%, più del 37% negli ultimi 5 anni. APPROFONDISCI – L’India taglia i tassi a sorpresa. L’inflazione è in calo e la crescita accelera Per questo, il ministro delle Finanze, Arun Jaitley, ha comunicato alle banche le nuove linee-guida, dalle quali emerge che sarà loro consentito di accettare depositi in oro, sui quali potranno erogare gli interessi ai clienti, trascorso un periodo di almeno 30-60 giorni dalla data del deposito.
Un business potenzialmente ricco
Poiché l’oro è diffuso sia tra i grandi investitori, sia tra le famiglie rurali più povere, il passo compiuto dal governo potrebbe portare a una monetizzazione diffusa di un asset apprezzato per la sua solidità. La pensa così il manager per le operazioni in India del World Gold Council, Somasundaram PR, che si mostra molto soddisfatto dell’annuncio. D’altra parte, il governo indiano incentiverà questo nuovo business con un’esenzione totale dei rendimenti offerti dalle banche sui depositi di oro. Esistono, però, due problemi che dovranno essere affrontati. Anzitutto, la storica diffidenza degli indiani, specie della fascia della popolazione più povera, verso gli strumenti finanziari. Non è escluso che molti siano tentati dall’affare, ma che temano di perdere una ricchezza tramandata da generazione in generazione. Secondariamente, dovranno essere previsti con ogni probabilità centri di raccolta nell’immenso sub-continente asiatico, in modo da favorire i depositi.
Monetizzazione oro non innovazione assoluta
L’uso dell’oro per ottenere denaro non è un’innovazione assoluta in India. Già negli anni passati si è registrato un boom dei “gold loans”, i prestiti erogati impegnando il metallo. Tra il 2008 e il 2012, questi strumenti sono cresciuti di ben 8 volte.