IPO Aramco segnerà successo o meno della rivoluzione saudita
E’ evidente, però, che il successo della rivoluzione saudita dipenderà da quello dell’IPO di Aramco, la compagnia petrolifera statale, stimata da un minimo di 1.000 fino a un massimo di 5-6.000 miliardi di dollari. Il regno vorrebbe quotarne un 5%, puntando a incassare non meno di 100 miliardi, valutando il capitale totale a circa 2.000 miliardi. L’operazione epocale dovrebbe tenersi l’anno prossimo e consentirebbe al regno di ottenere risorse sufficienti per colmare i gap fiscali per anni, in attesa di portare a regime tutte le riforme economiche in atto.
Il sacrifico auto-imposto da mesi sul fronte dei tagli alla produzione e alle esportazioni di petrolio risiede proprio nella volontà di sostenere le quotazioni, in previsione dell’IPO. Una cosa è cedere sul mercato parte di una società che vende greggio a 40 dollari, un’altra è che le quotazioni si collochino ben al di sopra dei 50, se non a 60 dollari, come spera Riad da qui all’anno prossimo. Nel frattempo, le principali borse del pianeta fanno carte false per ospitare parte della quotazione. Londra vuole esserci a tutti i costi, anche cambiando le regole per le IPO, dovendo dimostrare al mondo che la City resta sempre la City, Brexit o meno. (Leggi anche: City contro petrolio a Londra)