Dalle 4 di pomeriggio di oggi fino alle ore 5 di sera di domani (ora di Mosca), gli obbligazionisti in possesso dei bond emessi dalla Russia in dollari e in scadenza il 4 aprile prossimo potranno aderire all’offerta lanciata poco fa dal Ministro del Tesoro. Essa consiste nel rimborsare in anticipo le suddette obbligazioni dal controvalore complessivo di 2 miliardi di dollari e al 100% del loro valore nominale (ISIN: XS0767472458). Il pagamento sarà effettuato in rubli, al tasso di cambio vigente nella giornata di domani.
Nelle ultime ore, diverse notizie positive stanno rinvigorendo sia i bond della Russia, sia il rublo. La banca centrale torna ad acquistare oro, mentre le posizioni tra le delegazioni di Russia e Ucraina si sarebbero avvicinate e la fine a breve della guerra non sarebbe più uno scenario remoto. Le obbligazioni con scadenza 4 aprile 2042 e cedola 5,625% (ISIN: XS0767473852) prezzano nel pomeriggio odierno 33 centesimi, in forte rialzo dai 15 centesimi a cui erano precipitati il 9 marzo scorso. Ma il prezzo resta bassissimo, scontando l’elevata probabilità di un default, segnalata anche dalle agenzie di rating.
Bond Russia a rischio default
Non sappiamo se l’offerta di oggi riguardi l’intera emissione dei 2 miliardi di dollari e cosa accadrà eventualmente ai titoli non rimborsati prima della scadenza. Sappiamo, invece, che l’intenzione di Mosca sia di ridurre al minimo gli esborsi in valuta estera, poiché gran parte delle riserve valutarie russe risulta “congelata” in Occidente dalle sanzioni. Oggi, dicevamo che il rublo sta rafforzandosi, tornando quasi ai livelli pre-bellici. Mentre scriviamo, scambia a circa 85 contro il dollaro, segnando +5% in una sola seduta e +40% dai minimi storici toccati a febbraio dopo l’invasione dell’Ucraina.
I bond russi in scadenza tra pochi giorni sono denominati in dollari e non prevedono alcun pagamento in valuta diversa. Dunque, con questa operazione su base volontaria Mosca riuscirebbe eventualmente a rimborsare i creditori senza violare il contratto, scampando alla dichiarazione di default che si avrebbe dopo 30 giorni del periodo di grazia.