Qual è il termine che contraddistingue maggiormente l’essere spagnoli? Siesta, signori. Il pisolino in Spagna è un must, parte della cultura popolare, che difficilmente potrà essere scalfito dalle direttive europee, che imporrebbero orari di apertura omogenee per gli uffici pubblici in tutta la UE. Perché una cosa è vivere in Spagna, un’altra in Estonia. Lo sanno bene gli spagnoli, che dalla presa del potere di Francisco Franco, avvenuta alla fine degli anni Trenta, si sono visti portare le lancette dell’orologio di un’ora in avanti.
Il fatto è che la Spagna sta nello stesso meridiano di Londra, pur rientrando nel fuso orario di Berlino e Roma. Un’anomalia, che caratterizza le vite dei suoi abitanti, i quali si alzano relativamente tardi la mattina per andare al lavoro e vanno a letto la sera quando nel resto del continente si dorme.
L’orario di lavoro in Spagna si protrae per un lasso di tempo più lungo. Si può iniziare dalle 9-10 di mattina e si arriva fino alle 19-20 di sera. Ma al suo interno è diviso in due blocchi, separati dalla pausa lunga pomeridiana, nel corso della quale molti lavoratori restano in ufficio a fare un pisolino. Adesso, però, a Madrid è nato il primo “locale per il pisolino” dal nome eloquente “Siesta & Go”. Di che si tratta? Nel pomeriggio, quando il sole cade a picco e si è in pausa, puoi affittare una camera per 12-14 euro all’ora, finalizzata proprio a schiacciare un pisolino. Viene offerto un letto pulito e un bagno altrettanto curato. (Leggi anche: Lavoratori italiani ultimi per ore lavorate)
A pagare per la siesta sono i più giovani
I servizi di “Siesta & Go” non si limitano alla dormita pomeridiana.
Il tema della siesta è stato parte dei programmi dei vari schieramenti politici alle ultime elezioni. Il premier conservatore Mariano Rajoy ha proposto di limitare alle 18.00 l’orario massimo di lavoro, mentre quelli che attualmente sono i suoi alleati, i centristi di Ciudadanos, invocano il ritorno al fuso orario precedente, cioè di portare nuovamente indietro le lancette di un’ora. Ad oggi, però, in Parlamento non se n’è discusso.
Certo, il business non sembra così popolare. Spendere 14 euro per un’ora di riposo è cosa alla portata di pochi fortunati. Eppure, la titolare del locale, Maria Estrella Jorro de Inza, che in tutto ha messo a disposizione 19 letti, parla di una frequenza media di 30 clienti al giorno, la maggior parte dei quali sarebbero ventenni e trentenni o cinquantenni, per lo più impiegati di basso livello. Insomma, un business del futuro, sempre che gli spagnoli non si europeizzino troppo o tornino all’era pre-franchista, almeno con l’orologio. (Leggi anche: Spagna verso l’addio alla siesta)