La soluzione pensioni arriva da Facebook: uscita gratis a 66 anni e anticipi a pagamento

La proposta di riforma che arriva da Facebook è interessante con premi e incentivi per chi vuole lavorare. Mentre penalizza chi vuole uscire prima. Il problema restano i costi.
2 anni fa
1 minuto di lettura
pensioni

Nel silenzio del governo sulla riforma pensioni, si accavallano le idee per evitare che dal prossimo anni si torni alla Fornero. Esaurita Quota 100 e con la fine di Quota 102 il 31 dicembre, poco spazio rimane per le uscite anticipate.

Così anche sui social network si formano gruppi attivi e propositivi per la riforma pensioni. Una di queste arriva da Facebook dove UTP Uniti per la Tutela del Diritto alla Pensione affronta l’argomento e avanza un’idea interessante.

La riforma pensioni arriva da Facebook

Secondo il gruppo di Facebook, l’idea sarebbe quella di anticipare la pensione di vecchiaia a 66 anni e operare delle penalizzazioni per chi esce prima.

Una sorta di scaletta negativa, peraltro già proposta in passato da tecnici del governo, per disincentivare l’uscita anticipata.

La penalizzazione (o incentivazione) varrebbe circa 1,5% dell’importo annuo della pensione. A seconda che un lavoratore decida di lasciare prima il mondo del lavoro o invece scelga di rimanere oltre i 66 anni di età.

Resterebbe fermo il requisito minimo dei 20 anni di contributi versati, come per le attuali pensioni di vecchiaia, ma ci sarebbe la soglia minima di rendita. Ovvero occorrerà avere un assegno previdenziale che sia almeno 1,7 volte l’assegno sociale. Cioè circa 780 euro mensili, più o meno l’importo massimo del reddito e della pensione di cittadinanza.

Nel rispetto di questi requisiti, il lavoro potrà decidere se andare in pensione fino a 4 anni prima (62 anni) o 4 anni dopo (a 70 anni). Un sistema che somiglia molto a quanto avviene negli Stati Uniti.

Il costo della riforma

La proposta appare interessante, ma non è chiaro quanto costi allo Stato. Di sicuro non sarebbe gratuita e, qualora tutti decidessero di lasciare il lavoro a 62 anni si creerebbe un nuovo deficit a carico dell’Inps. Soprattutto se queste pensioni saranno liquidate in parte col sistema retributivo.

Non è detto che il costo della riforma sia particolarmente basso. Anche perché l’Inps, nelle sue previsioni di spesa per quanto concerne la proposta avanzata dal presidente Pasquale Tridico per una pensione a tranches, ha affermato che l’uscita prima dei 64 anni sarebbe comunque troppo costosa.

Di buono, però, c’è che l’idea del gruppo Facebook premierebbe chi ha ancora voglia di lavorare, mentre penalizzerebbe coloro che vorrebbero uscire prima.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.