Una stretta monetaria era attesa, ma non di tale entità. Oggi, la banca centrale turca ha alzato i tassi d’interesse dal 17% al 19%. Gli analisti puntano a un rialzo medio di 100 punti base. Nel comunicato successivo al board, si legge che la linea restrittiva sarà tenuta per un periodo esteso di tempo e non sono esclusi nuovi aumenti, se occorrono. Il governatore Naci Agbal ha voluto reagire così al recente deprezzamento della lira turca, che contro il dollaro era arrivata a cancellare del tutto i guadagni realizzati quest’anno.
Bond Turchia, solo il rialzo dei tassi potrà arrestare la corsa dei rendimenti
Nelle ultime settimane, la valuta emergente ha accusato sia il colpo del rialzo dei rendimenti globali, sia soprattutto alcune esternazioni del presidente Erdogan e di altri membri del governo per un allentamento monetario. Da quando Agbal è in carica, cioè da quattro mesi e mezzo, i tassi sono stati aumentati complessivamente di 875 punti base. Erano rimasti fermi dal dicembre scorso, ma nel frattempo l’inflazione non ha rallentato la corsa, salendo al 15,6% a febbraio.
Lira e bond in rialzo
La reazione è stata molto positiva sui mercati. La lira si è apprezzata subito del 2% contro il dollaro a un cambio di 7,34, il più basso da oltre due settimane. E il rendimento a 10 anni ha ripiegato dal 14,35% al 14,26%, pur restando nei pressi dei massimi dal novembre scorso. Il bond a 2 anni offre ben il 16,41%, esibendo una curva sovrana invertita. Essa risente degli alti tassi di questa fase, unitamente ad aspettative d’inflazione molto elevate anche per il lungo periodo.
Basterà questa ennesima manovra dell’istituto per arrestare l’inflazione? Come sempre, molto è nelle mani del governo, notoriamente ostile alla politica dei tassi alti e che espone da ormai diversi anni la Turchia a tensioni geopolitiche su vari fronti, compreso quello con gli USA.
E’ arrivato il momento di tornare a investire sui bond in Turchia?