La variante Delta del Covid-19 è ormai presente in 104 stati del mondo e si sta diffondendo a macchia d’olio. Pensate che in Germania è salita a un tasso d’incidenza del 59% dei casi giornalieri dal 37% di una settimana prima. Nel Regno Unito, sarebbe responsabile di 9 casi su 10. La curva è tornata a crescere anche in Italia, dove mercoledì 7 luglio è stata superata nuovamente la soglia dei 1.000 casi in 24 ore.
Per il momento, si osserva che neppure nel Regno Unito, dove i contagi giornalieri puntano ai 35.000 casi, il numero dei decessi e dei ricoveri stia salendo.
In agguato nuovi lockdown con la variante Delta
In Australia, il “lockdown” di Sidney è stato esteso di una settimana, mentre il governo giapponese ha proclamato lo stato di emergenza fino al 22 agosto, così da farvi rientrare l’intero periodo dei Giochi Olimpici. Ciò significa che i locali dovranno chiudere presto la sera e che il numero dei spettatori alle competizioni sarà limitato o che queste si giocheranno finanche a porte chiuse. E la torcia con la fiamma olimpica non sfilerà per le strade di Tokyo.
La variante Delta si starebbe diffondendo rapidamente in Europa anche a seguito degli europei di calcio. Le restrizioni anti-Covid sono state dappertutto allentate e si avverte un senso generale di maggiore rilassatezza tra le persone. Tuttavia, già si profetizza una quarta ondata e, poiché molti over 60 in Italia ad oggi non risultano vaccinati per scelta, si rischia di dovere ripristinare i “lockdown” con l’arrivo dell’autunno, quando di questo passo c’è da scommettere che i contagi giornalieri s’impenneranno.
Proprio mercoledì, la Commissione europea aveva rivisto al rialzo le stime del PIL per l’Unione Europea e, per quanto ci riguarda, l’Italia. La crescita economica è attesa a +4,8% e +5% rispettivamente nel 2021. Ma la variante Delta non ci autorizza a festeggiare così presto. Le previsioni sono impostate sulla prospettiva di graduali riaperture totali entro la fine dell’anno. Per quanto sopra detto, potrebbe non accadere, almeno non così velocemente come crediamo. Resta da chiedersi se nuove chiusure siano sostenibili socialmente, economicamente e per la sopravvivenza delle stesse casse degli stati. Ma questo è un altro discorso.