Landini alza la voce con il governo Meloni, mentre firma contratti miseri con le imprese

Il segretario della CGIL, Maurizio Landini, fa la voce grossa contro il governo, ma con le imprese non riesce a svolgere il suo lavoro.
1 mese fa
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Landini e l'ipocrisia sul salario minimo
Landini e l'ipocrisia sul salario minimo © Licenza Creative Commons

C’era una volta il sindacato contrario al salario minimo. Non perché si battesse per il miglioramento delle condizioni retributive dei lavoratori. Al contrario, proprio perché aveva consapevolezza della propria forza negoziale, non accettava di essere silenziato dal legislatore con quelle che sarebbero state “mance” governative. Il salario minimo legale era considerata roba di “destra”, una specie di trappola tesa ai rappresentanti dei lavoratori per depotenziarne l’operato. Erano altri tempi. Poi, è arrivato Maurizio Landini, segretario della principale organizzazione sindacale italiana: CGIL.

E il salario minimo è diventato improvvisamente una proposta di sinistra. A 9-10 euro l’ora, lordi s’intende.

Salario minimo, ma contratti firmati a 5 euro l’ora

I sindacati che vanno a rimorchio di una parte politica sono il segno dei tempi. Ma Landini va oltre. Invita alla “rivolta sociale”, parole che dovrebbero far rabbrividire, visti i trascorsi italiani negli anni Settanta. Diffonde notizie palesemente contraddette dai dati ufficiali, ossia che l’occupazione crescerebbe solamente per via del lavoro precario e che le ore lavorate stiano diminuendo. E’ vero il contrario, ma Landini è forse un po’ pigro per prendersi la briga di leggere i numeri dell’Istat.

Il peggio di sé lo ha dato di recente, quando alla trasmissione su Rai Tre “Restart” ha ribadito il suo sostegno al salario minimo. A quel punto, la conduttrice gli ha chiesto perché abbia firmato contratti a 5 euro l’ora come nel caso dei vigilantes. Landini ha confermato di averlo fatto, ma annunciando che farà causa in tribunale alle controparti, perché quei contratti sarebbero “incostituzionali”. In pratica, farà causa a sé stesso, visto che a firmarli è stata proprio la CGIL.

Tornano le proteste dopo anni di immobilismo

Fossimo ingenui, parleremmo di un “caso”. Ma queste contraddizioni del sindacato italiano non sono affatto casuali. Da almeno 30 anni le principali sigle non sembrano capaci di rappresentare le istanze degli iscritti.

I salari sono diminuiti in termini reali, anziché crescere dagli inizi degli anni Novanta. Unici nel mondo avanzato. Nel migliore dei casi, significa che i sindacati non sono stati capaci di svolgere il loro lavoro. Non solo Landini oggi, quindi. Il problema è, purtroppo, ben più ampio.

Eppure si sciopera solamente ora che al governo è tornato il centro-destra. Non ricordiamo i sindacati avere protestato contro la legge Fornero o il Jobs Act. E lo diciamo indipendentemente dal giudizio che si può avere di queste due misure. Il salario minimo invocato da Landini e colleghi è ipocrisia allo stato puro. Ci troviamo dinnanzi a organizzazioni consapevoli di non essere capaci di difendere i diritti dei lavoratori in fase negoziale e pretendono che lo stato lo faccia al posto loro. Se così, qual è il senso della loro esistenza?

Landini e sindacati “distratti”

La stagnazione salariale di questi decenni riflette non soltanto l’incapacità di portare a casa risultati, ma anche la fuga delle imprese dal mercato italiano. Esse lamentano tra l’altro l’impossibilità nel nostro Paese di premiare i lavoratori meritevoli e di mandare a casa i più lavativi. I primi sono attaccati e i secondi difesi dai sindacati, in virtù di una mentalità falsamente egualitaria. Landini ci viene a parlare della necessità di “non voltarsi dall’altra parte” dopo almeno un trentennio in cui a farlo sono stati i sindacati. Prova ne è che abbiamo tra gli stipendi più bassi d’Europa.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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