La pandemia di coronavirus ha certamente colpito tutti i settori ma in maggior misura per la filiera del turismo si è trattato di un anno orribile. Parliamo di hotel, B&B, agriturismi, agenzie di viaggio, tour operator, compagnie aeree, crociere e tutto ciò che è legato al settore viaggi, un settore che ha pagato a caro prezzo la pandemia.
Fatturati dimezzati
I fatturati sono quasi azzerati con una media di -80% e la ciliegina sulla torta data dalle restrizioni per le vacanze di Natale, un periodo in cui milioni di persone si spostavano per le vacanze.
Imprese a rischio chiusura
Secondo la Confesercenti, inoltre, almeno 70mila imprese sono a rischio chiusura, un problema enorme che avrà pesanti ricadute occupazionali in particolare per il settore femminile, quello più votato al lavoro nella filiera turistica.
A soffrire sono anche gli hotel per cui il 95% di posti di lavoro sono a rischio. Nonostante la possibilità di rimanere aperti, infatti, gli arrivi di turisti sono stati pochissimi dopo l’estate e nelle città d’arte già durante la scorsa estate. Uno scotto pesante causato dalla mancanza di turisti in arrivo da Cina, Usa e Russia. Secondo Bernabò Bocca, presidente di Federlalberghi: “Il decreto Natale ha stanziato 650 milioni di euro per tutelare, com’è giusto, i bar e i ristoranti, ma dimentica completamente gli alberghi, che hanno subito danni ancora maggiori”.
Perdite enormi anche per il settore crociere, bloccate fino a dopo l’Epifania con almeno un miliardo di euro di perdita e il -93% di passeggeri in meno. La Fiavet-Confcommercio ha segnalato anche la crisi nera per le agenzie di viaggio che in mancanza di pacchetti da vendere si trovano con fatturati azzerati.
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