Svalutazione peso e inflazione altre sfide di Macri
Il clima sembra cambiato. L’intesa non è ancora vicinissima con i fondi americani, ma alla portata. Questi hanno anche ottenuto la firma dell’impegno da parte del governo argentino a trattare in condizioni di riservatezza. E lo stesso presidente Mauricio Macri, al potere da meno di 2 mesi, ha evidenziato come dopo anni di scontro, si è prossimi a un’intesa con gli investitori stranieri, segnando una svolta nelle relazioni internazionali, indispensabile per accedere nuovamente ai mercati dei capitali esteri e contenere così il costo di emissione del debito.
La banca centrale argentina ha siglato a sua volta un accordo con 7 banche di Wall Street, finalizzato ad ottenere un prestito annuale di 5 miliardi di dollari, garantito da titoli di stato. al fine di elevare a 30 miliardi il livello delle riserve valutarie, le quali devono fronteggiare la
maxi-svalutazione del peso. Il cambio è libero di fluttuare da un mese e mezzo e ciò ha determinato un deprezzamento di oltre il 31%, che sta surriscaldando le aspettative d’inflazione. Per quest’anno, la crescita dei prezzi è stimata dal governo tra il 20% e il 25%, ma alcuni studi indipendenti la collocherebbero più vicino al 30%. Oltre al cambio libero, infatti, Macri sta attuando una politica di ritiro graduale dei sussidi, elargiti in abbondanza sotto la presidenza Kirchner, tra i quali quelli alle bollette della luce, che saranno aumentate fino al 500% dai livelli semi-gratuiti di oggi.