L’Assegno Unico sui figli a carico, occhio alle scadenze, il diritto agli arretrati può essere perduto per sempre

Ecco le cose da capire sull'Assegno Unico e Universale sui figli a carico per non perdere mesi ed arretrati tra ritardi ISEE e domande.
2 ore fa
2 minuti di lettura
L’Assegno Unico sui figli a carico, occhio alle scadenze, il diritto agli arretrati può essere perduto per sempre
Foto © Investireoggi

La principale misura di welfare per le famiglie è l’Assegno Unico. Si tratta di un sostegno che ormai tutte le famiglie con figli sfruttano mese dopo mese. Questa misura è destinata ai lavoratori dipendenti, autonomi, disoccupati e percettori di sussidi e altre misure assistenziali. È sufficiente avere figli fino a 21 anni di età e presentare la domanda all’INPS. L’ISEE non è necessario per ottenere il diritto alla prestazione, per il quale basta solo presentare la domanda all’INPS. Tuttavia, l’ISEE serve a determinare l’importo spettante.

Sia la domanda che l’ISEE sono fondamentali per usufruire pienamente della misura, sia in termini di importo che di decorrenza. Per quanto riguarda quest’ultima, è importante conoscere le tempistiche previste dalla misura.

“Buonasera, sono Paolo, futuro papà. Mia moglie sta per dare alla luce il nostro primo figlio e vorrei capire cosa devo fare per regolarizzare la situazione con l’Assegno Unico. Ho letto che la misura parte dal settimo mese di gravidanza, ma ho capito che la domanda va presentata dopo la nascita. Entro quando devo farlo? Non ho mai presentato l’ISEE, dato che vivo con mia moglie solo da settembre 2023 e non ne abbiamo mai avuto bisogno, ma credo che ora con l’Assegno Unico sia utile presentarlo, giusto? Potreste chiarirmi i termini entro cui completare tutti questi adempimenti?”

L’Assegno Unico per i figli a carico: occhio alle scadenze, il diritto agli arretrati potrebbe andare perso per sempre

L’Assegno Unico e Universale si ottiene semplicemente presentando la domanda all’INPS. Una volta inviata, l’INPS eroga mese dopo mese l’importo spettante a ciascuna famiglia in base al numero di figli sotto i 21 anni e all’ISEE. Come detto in precedenza, l’ISEE non è obbligatorio per percepire l’Assegno Unico, ma è necessario per determinare l’importo spettante.

Ad esempio, nel 2024 l’importo dell’Assegno Unico, che varia in base all’ISEE del richiedente, oscillerà tra 57 e 199,40 euro per ciascun figlio a carico. Per ottenere l’importo massimo, l’ISEE deve essere pari o inferiore a 17.090,61 euro. Con l’aumento dell’ISEE, l’importo dell’Assegno Unico diminuisce fino a raggiungere il minimo di 57 euro per chi ha un ISEE superiore a 45.574,96 euro.

Chi non presenta l’ISEE, perché non ha presentato la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), riceverà automaticamente l’importo minimo di 57 euro per figlio. A questo si aggiungono alcune maggiorazioni, ad esempio per i figli sotto i 12 mesi, per le madri single o per entrambi i genitori lavoratori.

ISEE, nuovi nati e Assegno Unico: chiarimenti per i richiedenti

Il nostro lettore, Paolo, dovrà presentare domanda all’INPS, ma solo dopo la nascita del figlio. Infatti, nella domanda vanno inserite le generalità e il codice fiscale del neonato, quindi prima della nascita non è possibile procedere. Tuttavia, la misura parte dal settimo mese di gravidanza. Pertanto, una volta presentata la domanda, l’INPS erogherà gli arretrati con il primo pagamento utile.

Sarebbe opportuno, inoltre, che Paolo presenti la DSU prima della domanda dell’Assegno Unico, in modo da ottenere un ISEE in corso di validità. Anche questo andrà fatto solo dopo la nascita del figlio, poiché il nuovo nato deve essere incluso nell’ISEE, su cui l’INPS calcolerà l’importo esatto dell’Assegno Unico.

L’ISEE si riferisce alla situazione economica e patrimoniale del nucleo familiare del 2022 (due anni prima di quello in cui si presenta la DSU), ma il nucleo familiare indicato sarà quello attuale.

Quando si rischia di perdere gli arretrati

Per ottenere gli arretrati e beneficiare dell’Assegno Unico e Universale è necessario rispettare le scadenze previste. La domanda di Assegno Unico dovrebbe essere presentata entro 120 giorni dalla nascita del figlio.

Come stabilito dall’articolo 2 del DL n. 230 del 2021, il contributo per le famiglie spetta dal settimo mese di gravidanza. Tuttavia, se la domanda si presenta in ritardo, si perde il diritto agli arretrati.

Bisogna fare attenzione anche all’ISEE. Se la domanda di Assegno Unico è presentata senza un ISEE in corso di validità, si rischia di perdere gli arretrati. Secondo la normativa, solo all’inizio dell’anno è concessa la possibilità di ricevere gli arretrati per chi non ha un ISEE aggiornato. Se l’ISEE non è rinnovato entro il 30 giugno dell’anno in corso, si perde il diritto agli arretrati. In tal caso, chi ha ricevuto solo l’importo minimo non potrà più ottenere la differenza rispetto all’importo spettante.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

ape sociale
Articolo precedente

La riforma delle pensioni 2025, che fine faranno i nati nel 1961 e nel 1962? Ecco il punto sull’Ape sociale

104
Articolo seguente

Legge 104: cosa fare in caso di rigetto della domanda