Da alcune settimane il mercato dei bond sembra avere ingranato la retromarcia. I prezzi hanno smesso di salire, mentre i rendimenti obbligazionari sono tornati a lievitare. Il Treasury a 10 anni è passato da un minimo del 3,62% toccato lo scorso 16 settembre al 4,43% del 6 novembre, giorno della vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali. Ieri, trattava ancora sopra il 4,30%. In Italia il BTp a 10 anni è passato dal 3,36% di tre settimane fa al 3,73% della chiusura di seduta del giovedì scorso. Ieri, offriva il 3,62%.
Rendimenti obbligazionari e timori dei governi
La risalita dei rendimenti obbligazionari si accompagna di solito ad una visione negativa nell’opinione pubblica.
Lati positivi per chi investe
Ma commettiamo un errore nell’identificarci sempre e solo con lo stato italiano. Se siamo investitori, l’aumento dei rendimenti obbligazionari è per noi una buona notizia. Significa che i nostri investimenti fruttano di più. E questo ci può consentire di più che compensare i costi sostenuti in qualità di contribuenti. Lo abbiamo visto negli ultimi anni. Prima era diventato impensabile acquistare Bot con rendimenti negativi. Questo ci ha privati a lungo della possibilità di investire sul mercato sovrano a medio-breve termine. All’improvviso, da due anni a questa parte anche questo tratto della curva dei tassi è diventato interessante. Riusciamo a guadagnare anche impiegando la nostra liquidità per pochi mesi o qualche anno.
Non è l’unico aspetto positivo che emerge dalla risalita dei rendimenti obbligazionari. Sta accadendo che negli ultimi mesi i mercati hanno scontato prima e preso atto dopo della vittoria di Donald Trump alle elezioni negli Stati Uniti.
Effetto “Trump trade”
Dunque, i rendimenti obbligazionari stanno crescendo per due ragioni: ci si attende una maggiore crescita per la prima economia mondiale e si sconta un’inflazione anch’essa più vigorosa. La seconda è negativa per chiunque investa o i consumatori. Crea incertezze riguardo all’andamento dei prezzi futuri e colpisce il potere di acquisto. Invece, la crescita economica è un fatto positivo. Sostiene i redditi, i consumi, gli stessi investimenti e alimenta l’ottimismo sul futuro.
Noi veniamo da un decennio di rendimenti obbligazionari così bassi da essere stati a lungo persino negativi. I governi hanno risparmiato tanto riguardo agli interessi da pagare sui loro debiti. Ma tutto ciò è stato anche lo specchio di un’economia europea depressa. Non c’è stato alcunché di positivo per gli investitori, ma alla fin fine anche per le famiglie. Queste hanno contratto mutui a tassi mai così bassi nella storia, ma allo stesso tempo hanno visto crescere di poco e niente i loro redditi.
Rendimenti obbligazionari specchio dell’economia
Un’economia più dinamica sprona ad una maggiore propensione al rischio. Dunque, i capitali si spostano dai bond alle azioni e tale rotazione fa salire i rendimenti obbligazionari. Anche le aspettative d’inflazione possono surriscaldarsi e, più in generale, il capitale riceve una migliore remunerazione. In definitiva, non limitiamoci al solo racconto dei governi. Se i bond offrono di più, non è necessariamente il frutto di un trend negativo per l’economia. Anzi, in genere è vero il contrario.