Dopo aver trascorso la maggior parte della propria esistenza a lavorare sono in molti a non vedere l’ora di poter porre fine alla propria carriera e andare in pensione. Un traguardo quest’ultimo indubbiamente importante, che porta però spesso a dover fare i conti con una triste realtà, ovvero l’erogazione di importi particolarmente bassi.
Una situazione quest’ultima che non passa di certo inosservata, soprattutto prendendo in considerazione le varie spese con cui ci si ritrova puntualmente a dover fare i conti.
Una misura che, a differenza di quanto si possa pensare, non coinvolgerà tutti, ma solo alcuni pensionati, purché in possesso di determinati requisiti. A tal proposito sono in molti a chiedersi se l’aumento di ottobre interesserà anche la pensione dei militari. Ecco cosa c’è da aspettarsi.
L’aumento di ottobre interessa anche la pensione dei militari?
Abbiamo già avuto modo di vedere assieme come, in attesa di una nuova riforma delle pensioni, siano in molti a chiedersi quanto prende chi smette di lavorare da settembre a dicembre 2022.
Sempre soffermandosi su tale trattamento economico, inoltre, interesserà sapere che in molti potranno beneficiare di un aumento nel corso del decimo mese dell’anno. Questo sarà possibile grazie al nuovo Decreto Aiuti bis che prevede l’anticipo della rivalutazione pensionistica al 2% ad ottobre e per i tre mesi finali del 2022.
Tale anticipo della rivalutazione automatica delle pensioni al 2%, è bene sottolineare, è destinato solo i soggetti che registrano redditi pari a massimo 35 mila euro l’anno. In presenza di un reddito di importo più alto, invece, non si ha diritto alla rivalutazione anticipata.
Aumento pensioni ottobre: gli importi
Come già detto, saranno molti a poter beneficiare di un aumento delle pensioni nel corso del decimo mese dell’anno in corso, tra cui anche i militari.
La rivalutazione delle pensioni anticipate, è bene ricordare, spetta al 100% in presenza di assegni fino a quattro volte il trattamento minimo, quest’ultimo pari a 524,35 euro. Entrando nei dettagli, infatti, la rivalutazione sarà pari al:
- 100% per assegni fino a quattro volte il trattamento minimo;
- 90% della rivalutazione in presenza di assegni tra quattro e cinque volte il trattamento minimo;
- 75% per assegni superiori a cinque volte il trattamento minimo.
Il tutto, ovviamente, fermo restando il fatto che tale misura, come già detto, è destinata solo a soggetti che percepiscono un reddito pari a massimo 35 mila euro l’anno.