Lavorare con Ing è una pacchia, così si incentivano i giovani

U modello positivo che valorizza i giovani con formazione e welfare. Ecco cosa significa lavorare con Ing oggi.
1 settimana fa
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lavorare con Ing
Foto © Pixabay

In un’Italia in cui i tirocini sono spesso sinonimo di sfruttamento, stage non retribuiti e nessuna prospettiva, lavorare con ING è qualcosa di completamente diverso, in quanto la nota banca sceglie di distinguersi con un approccio totalmente rivolto al neo-lavoratore. Il colosso del settore finanziario ha infatti deciso di alzare il livello: per i suoi stagisti l’indennità arriva a 1.500 euro al mese, con l’aggiunta di benefit aziendali e possibilità concrete di crescita professionale. Una svolta che sta facendo parlare e che rappresenta un modello virtuoso per tutte le aziende italiane.

Il progetto si chiama “Internship program” e nasce con un obiettivo chiaro: attrarre talenti giovani, motivati e formati, offrendo loro un’esperienza reale, formativa e soprattutto ben retribuita.

In un mercato del lavoro dove il valore del tempo e delle competenze dei giovani viene spesso sottostimato, ING decide invece di puntare forte, rendendo i suoi stage un’opportunità concreta e dignitosa.

Lavorare con Ing, stipendio da record e welfare aziendale

L’indennità mensile di 1.500 euro netti pone gli stage in ING tra i più pagati d’Italia. Ma non si tratta solo di soldi. Gli stagisti, infatti, hanno accesso anche a numerosi vantaggi tipici del welfare aziendale: buoni pasto, supporto per il trasporto, smart working flessibile e la possibilità di frequentare corsi di formazione continua. Tutti elementi che trasformano lo stage in un vero e proprio trampolino di lancio per la carriera, e non in un semplice passaggio obbligato.

ING, inoltre, prevede percorsi personalizzati di mentoring, in cui ogni stagista viene affiancato da un tutor esperto, con l’obiettivo di valorizzare al massimo le competenze individuali.

L’ambiente di lavoro, già riconosciuto da Great Place to Work tra i migliori in Italia, è orientato all’inclusione e all’innovazione, due elementi chiave per motivare le nuove generazioni.

Il programma ha una durata di sei mesi, durante i quali i tirocinanti vengono inseriti in diverse aree aziendali, dall’IT al marketing, dalle risorse umane alla gestione del rischio. L’idea è quella di offrire un’esperienza concreta e utile, che non si limiti a mansioni ripetitive ma che consenta di mettersi alla prova in progetti reali.

Lavorare con Ing, un esempio per tutto il mercato del lavoro

La mossa di ING è destinata a far discutere anche a livello politico. Da anni, infatti, sindacati e associazioni di categoria chiedono una riforma strutturale dei tirocini, soprattutto extracurricolari, denunciando pratiche troppo spesso lesive della dignità del lavoratore. In questo contesto, la scelta della banca assume una valenza simbolica importante: dimostra che un altro modo è possibile. Secondo i dati più recenti, in Italia il 40% dei tirocini non prevede alcuna forma di indennità. Molti giovani, soprattutto nel Sud, si trovano costretti ad accettare stage gratuiti pur di fare esperienza.

Altri ricevono cifre simboliche, spesso sotto i 500 euro, insufficienti anche solo per sostenere le spese di trasporto. In questo panorama, l’iniziativa di ING rappresenta una rivoluzione culturale prima ancora che economica.

L’amministratore delegato di ING Italia, in una nota, ha dichiarato che “investire nei giovani significa investire nel futuro dell’azienda”. E ha sottolineato come il vero talento si coltivi solo se accompagnato da condizioni di lavoro eque, sostenibili e gratificanti. Una visione che appare oggi più che mai necessaria.

L’aspetto più interessante del programma è che non si limita a selezionare laureandi o neolaureati dei soli corsi di economia. La banca è aperta anche a profili provenienti da percorsi umanistici, scientifici o tecnologici, a dimostrazione di un’apertura culturale che punta sulla contaminazione delle competenze. In un mondo del lavoro in costante evoluzione, ING punta quindi su flessibilità, meritocrazia e valorizzazione delle diversità.

Giovani motivati e aziende più forti

I primi risultati del programma sono incoraggianti. La maggior parte degli stagisti, al termine dei sei mesi, riceve una proposta di collaborazione o di inserimento in azienda. Un dato che evidenzia come l’investimento iniziale venga poi recuperato grazie alla fidelizzazione e alla formazione di profili già pronti per ruoli chiave. In altre parole, si tratta di una strategia win-win: i giovani ricevono una formazione retribuita e dignitosa, l’azienda ottiene risorse formate, motivate e integrate nei suoi valori.

Quello di ING è un segnale forte, che arriva in un momento in cui i giovani italiani esprimono sempre più sfiducia nei confronti del mercato del lavoro e delle istituzioni. Incentivare le nuove generazioni significa offrire loro strumenti concreti per costruire un futuro, e non relegarle a mesi (o anni) di precariato sottopagato.

È evidente che non tutte le imprese possono permettersi indennità da 1.500 euro, ma un miglioramento generalizzato delle condizioni di stage è non solo auspicabile, ma necessario. I giovani non cercano privilegi, ma rispetto. E da oggi sanno che, almeno in una banca, il rispetto vale anche 1.500 euro al mese.

Riassumendo.

  • ING offre 1.500 euro al mese agli stagisti, più welfare e smart working
  • lo stage diventa esperienza reale e retribuita, con chance di assunzione
  • un esempio virtuoso che rompe il paradigma degli stage-sfruttamento

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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