Anche per il 2024 basteranno 41 anni di contributi ai lavoratori precoci per andare in pensione. La legge di bilancio, nel capitolo previdenza, non ha toccato questa categoria che impropriamente fa riferimento a Quota 41. Per costoro non ci sono limiti di età anagrafica da rispettare, basta avere alle spalle una lunga carriera lavorativa e aver iniziato a lavorare in età precoce.
La domanda di pensione va presentata all’Inps entro il 1 marzo 2024 per chi ha maturato i contributi necessari al diritto. Ma può essere presentata anche successivamente, entro il 30 novembre 2024, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili: per l’anno entrante queste sono state aumentate a 90 milioni di euro (+10 milioni rispetto al 2023) e saliranno a 120 nel 2025.
Lavoratori precoci in pensione con 41 anni di contributi
Ma chi sono esattamente i lavoratori precoci? In Italia sono coloro che hanno iniziato a lavorare prima del compimento del 19 esimo anno di età e che hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima di quella data. Oggi sono pochi, ma in passato, erano molti coloro che non studiavano e andavano a lavorare presto. Per uci la legge li ha sempre tutelati più di altri.
A partire dal 2017, i lavoratori precoci possono accedere alla pensione anticipata con requisiti ridotti, pari a 41 anni di contributi per uomini e donne. A questa tipologia di pensionamento si applica la “finestra mobile” di 3 mesi, che significa che la pensione decorre dopo 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti. I mesi diventano 6 se il lavoratore è dipendente pubblico. Per accedere alla pensione per lavoratori precoci, è necessario che il lavoratore:
- abbia iniziato a lavorare prima del compimento del 19° anno di età;
- abbia versato almeno 12 mesi di contributi prima di quella data;
- si venga a trovare in stato di lavoro precario o di disagio sociale.
Inoltre, il lavoratore deve rientrare nel contingente numerico previsto dalla legge, stabilito in 30.000 unità per il biennio 2023-2024.
Requisiti specifici e importo della pensione
Per accedere a questo tipo di pensione non basta avere i contributi necessari, ma bisogna far valere anche requisiti specifici, cioè uno stato precario o di disagio sociale e cioè:
- trovarsi in stato di disoccupazione a seguito di perdita involontaria del posto di lavoro e risultare disoccupati da almeno tre mesi dall’evento;
- assistere da almeno 6 mesi un parente di primo grado o il coniuge affetto da handicap grave;
- avere capacità lavorativa ridotta accertata ai fini dell’invalidità civile pari o superiore al 74%;
- svolgere attività lavorative usuranti da almeno 6 anni negli ultimi 7 prima della domanda di pensione;
- essere lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.
L’importo della pensione dei lavoratori precoci è calcolato con il sistema contributivo e retributivo. La rendita è quindi il risultato di un sistema misto di conteggi e il montante contributivo è rivalutato fino all’anno precedente la data di domanda della pensione. Non hanno diritto a questa prestazione coloro che non hanno contributi versati prima del 1996, cioè ricadono nel solo sistema di calcolo contributivo della prestazione. Chi va in pensione come lavoratore precoce non potrà cumulare la rendita con redditi da lavoro subordinato e autonomo.
Riassumendo…
- I lavoratori precoci potranno andare in pensione con 41 anni di contributi anche nel 2024.
- Hanno diritto alla pensione anticipata solo coloro che hanno lavorato prima dei 19 anni di età
- La domanda di pensione va presentata all’Inps entro il 1 marzo 2024