Lavoratori precoci in pensione prima con due finestre di uscita in più

Più possibilità di uscita per i lavoratori precoci per andare in pensione con 41 anni di contributi. Come cambieranno le finestre di uscita.
2 anni fa
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pensione

Novità in arrivo sul fronte pensioni per le uscite anticipate dei lavoratori precoci. La bozza del decreto Lavoro che presto sarà esaminato dal Consiglio dei Ministri contiene, fra le altre cose, novità per le finestre di uscita. Misura che agevolerà l’uscita dal lavoro per chi ha 41 anni di contributi.

I lavoratori precoci, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare presto, potranno sfruttare più possibilità di pensionamento durante l’anno. Saranno quindi maggiormente agevolati rispetto ad ora e i tempi di attesa per la liquidazione della pensione ridotti.

Cosa cambia per i lavoratori precoci

Ricordiamo che la pensione per lavoratori precoci è riconosciuta a coloro che possono far valere almeno 41 anni di contribuzione di cui 12 mesi versati prima del compimento dei 19 anni di età. E’ necessario, inoltre, possedere un altro requisito legato a stato sociale precario o di disagio (disoccupato, caregiver, invalido, lavoro usurante).

La domanda di pensione con Quota 41 va presentata entro il 1 marzo di ogni anno e serve ad accertare la sussistenza dei requisiti. Non è necessaria l’interruzione del rapporto di lavoro. L’istanza si può presentare anche dopo, ma non è detto che l’ente di previdenza poi riconosca subito la pensione essendo a esaurimento fondi. La finestra d’uscita per la pensione lavoratori precoci si apre 3 mesi dopo la maturazione del requisito contributivo.

Con le modifiche in arrivo col decreto Lavoro, chi matura il diritto alla pensione anticipata come lavoratore precoce avrà più possibilità di uscire. E’ previsto, infatti, che il lavoratore potrà presentare domanda in corrispondenza delle tre scadenze fissate per l’Ape sociale: 31 marzo, 15 luglio e 30 novembre.

Anche i tempi di attesa dovrebbero cambiare: la pensione decorrerà dal primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti contributivi.

Quota 41 e cumulo contributi

Il requisito minimo dei 41 anni può essere raggiunto anche cumulando i contributi nelle varie gestioni previdenziali.

Del resto sono pochi i lavoratori che hanno lavorato per così tanto tempo presso un solo datore di lavoro o hanno svolto l’attività solo come dipendenti.

Anche in questo caso i tempi di liquidazione della pensione saranno equiparati e uguali per tutti a partire dal primo giorno del mese successivo alla maturazione del diritto. Al momento ci sono ancora delle differenze in termini di decorrenza della pensione. I lavoratori che perfezionano i requisiti dal 1° gennaio conseguono il diritto alla decorrenza della pensione dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti. Mentre coloro che maturano i requisiti dal 1° gennaio cumulando i periodi assicurativi, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione dal primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra.

 

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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