Agevolazioni fiscali senza precedenti per chi rientra a lavorare in Italia (lavoratori rimpatriati). Lo Stato corre ai ripari usando la leva del fisco per incentivare coloro che sono migrati all’estero per lavoro e per pagare meno tasse in patria. Sono previsti sconti fino al 90% sull’Irpef.
Così,dopo l’approvazione delle misure che incentivano il rimpatrio dei cervelli in Italia, un sistema di agevolazioni fiscali è stato approvato anche per il rientro in Italia dei lavoratori italiani residenti all’estero.
Rientro dei lavoratori in Italia, agevolazioni
Le agevolazioni fiscali consistono in un corposo sconto Irpef che potrà essere ottenuto con la dichiarazione dei redditi di quest’anno. Mentre a partire dal 2020, i lavoratori rimpatriati potranno usufruire direttamente del bonus in busta paga. La durata del regime fiscale agevolato, come previsto dalla legge, è di 5 anni a partire dal 2020. In cosa consiste esattamente? Il Decreto Crescita ha introdotto uno sconto fiscale del 70% (contro il 50% delle norme precedenti) sul reddito da dichiarare, per un periodo di cinque anni. Lo sconto sale al 90% in caso di trasferimento di residenza in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia. Il beneficio, però, aumenta qualora il lavoratore rimpatriato abbia uno o più figli minorenni a carico. Così, con un figlio a carico le agevolazioni si protrarranno per ulteriori 5 periodi di imposta (fino a 10 anni per tre figli a carico), mentre se si acquista un immobile a scopo abitativo si otterrà un ulteriore bonus temprale di 5 anni.
I requisiti
- Per ottenere l’ agevolazione fiscale, il lavoratore deve dimostrare di:
- essere stato residente all’estero non in maniera occasionale
- essere in possesso di un titolo di studio universitario o equiparato
- aver svolto attività di lavoro dipendente, autonomo o di impresa all’estero per 24 mesi, oppure aver studiato all’estero per 24 mesi e aver conseguito un titolo accademico
- trasferire la residenza fiscale in Italia
- svolgere in Italia attività di lavoro autonomo o dipendente
Le agevolazioni spettano ai lavoratori non residenti che si impegnano a restare per almeno due anni in Italia come lavoratore, dipendente o autonomo, oppure per avviare un’impresa.
L’iscrizione all’AIRE
Con il decreto crescita, il governo ha agevolato ulteriormente il rimpatrio dei laureati superando il requisito dell’iscrizione obbligatoria all’AIRE. Molti lavoratori, pur avendo lavorato o studiato tanti anni all’estero, non hanno mai regolarizzato la loro posizione anagrafica con l’iscrizione all’Anagrafe per i Residenti all’Estero. Sarà quindi necessario dimostrare solamente di essere stato assoggettato a imposizione fiscale nello Stato estero in cui hanno risieduto e con il quale è in vigore la convenzione contro le doppie imposizioni. Questa nuova disposizione supera la precedente interpretazione secondo la quale solo l’iscrizione all’AIRE dimostrava che il soggetto lavorava all’estero.