Per i lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti non c’è solo Ape Sociale per andare in pensione prima. Possono uscire anche dopo 61 anni e 7 mesi di lavoro (Quota 97,6).
Le due prestazioni variano di poco in fatto di requisiti richiesti. Mentre cambiano sostanzialmente gli importi della pensione. E’ quindi bene valutare attentamente cosa conviene fare, sempre che siano rispettati tutti gli altri requisiti richiesti per i lavori usuranti.
Lavoratori usuranti in pensione a 61 anni e 7 mesi
Ape Sociale non è un vero e proprio trattamento pensionistico, ma una prestazione economica temporanea che accompagna alla pensione.
L’assegno che l’Inps riconosce, inoltre, è corrisposto per 12 mensilità con tetto massimo di 1.500 euro lordi fino all’età della pensione ordinaria di vecchiaia a 67 anni. O anticipata in base ai requisiti anagrafici di 41-42 anni e 10 mesi di contributi.
Meglio quindi optare per Quota 97,6 (98,6 per gli autonomi) riservata ai lavoratori usuranti. In questo caso i lavoratori notturni, glia addetti alla linea di catena o i conducenti di veicoli, possono andare in pensione a 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi.
L’uscita anticipata con Quota 97,6
Per uscire con Quota 97,6 per i lavoratori dipendenti e Quota 98,6 per quelli autonomi è necessario soddisfare anche un altro requisito. Il periodo minimo di attività usurante deve essere stato svolto per almeno 7 anni, negli ultimi 10 anni di lavoro. Oppure per almeno la metà della vita lavorativa complessiva.
Per i lavoratori notturni è necessario soddisfare anche il requisito minimo di ore lavorate di notte. Il che comporta anche l’accesso alla pensione con età anagrafica differente rispetto alla generalità dei lavoratori usuranti.
La pensione, a differenza che per Ape Sociale, è liquidata e calcolata per intero, cioè sulla base dei contributi versati, senza soglia limite e per tredici mensilità.