Più di 75 milioni di persone cambieranno lavoro nei prossimi 12 anni. Un numero destinato a crescere maggiormente fino ad arrivare a 350 milioni di individui. Non è una previsione da prendere alla leggera ma i dati dell’ultimo rapporto di McKinsey Global Institute, intitolato Jobs lost, jobs gained: workforce transitions in a time of automation, su quanto i mezzi di automazione influenzeranno il mercato del lavoro portando a cambiamenti sostanziali fino al 2030. Nei prossimi anni molte attività spariranno del tutto o, al massimo, saranno revisionate profondamente determinando un sostanziale mutamento delle figure professionali.
I jobs lost
I lavori a rischio nel futuro, in primis, saranno quelli ripetitivi rispetto ai mestieri in cui è forte la componente relazionale o l’imprevisto. Così chi lavora, ad esempio, in un fast food potrebbe vedersi “rubare” il lavoro da un robot o da un mezzo automatizzato. Stessa cosa per tutte quelle figure in cui la parte ripetitiva è maggiore della parte umana.
Azienda cerca 70 nuovi dipendenti ma nessuno risponde: dove sta il problema?
I jobs gained
E se alcuni si perderanno del tutto, altri cresceranno sempre di più. Nel futuro prossimo, con l’aumento degli anziani, salirà anche la domanda di figure legate all’assistenza come infermieri, medici e fisioterapisti. L’accrescimento delle fonti alternative invece sarà strettamente legato all’aumento di tecnici. Un ruolo fondamentale spetterà allo sviluppo della tecnologia che determinerà sempre più posti di lavoro nel settore, stessa cosa per le infrastrutture e la scolarizzazione con conseguente crescita di figure legate all’insegnamento, ingegneri, manager specializzati e via dicendo. Si nota, insomma, come il cambiamento sarà probabilmente positivo per quei profili professionali già volti alla specializzazione mentre a rimetterci saranno quelle figure non qualificate e più facilmente sostituibili con macchine e robot.
Leggi anche: La classifica dei profili più pagati in azienda: chi vince e chi ‘perde’