Lavori in casa: quali restano al 50% e quali passano al 30%

Addio al bonus ristrutturazione al 50%. L’emendamento al decreto superbonus taglia nettamente la percentuale di sgravio fiscale
6 mesi fa
3 minuti di lettura
bonus ristrutturazione
Foto © Investireoggi

Il recente emendamento proposto ed approvato al decreto Superbonus, prevede significativi cambiamenti anche per il bonus ristrutturazione. La misura, che storicamente rappresenta un importante incentivo per gli interventi edilizi. Lo sgravio fiscale subirà un taglio che renderà meno vantaggioso l’accesso a tale agevolazione.

Prima di entrare nel dettaglio di queste modifiche e delle loro implicazioni per i cittadini, è da evidenziare che le modifiche più rilevanti dell’emendamento riguardano il Superbonus, con interventi significativi sulla ripartizione delle spese sostenute nel 2024.

Queste spese verranno distribuite su 10 anni (e non più su 4 quote annuali). La novità è retroattiva, nel senso che si applica dalle spese sostenute dal 1° gennaio 2024. Dal 2025, inoltre, le banche, gli intermediari finanziari e le assicurazioni non potranno più compensare i crediti del Superbonus con contributi previdenziali, assistenziali e premi assicurativi. In caso di violazioni di questa nuova disposizione, sono previste sanzioni e il recupero dei crediti indebitamente compensati, con l’aggiunta degli interessi maturati.

L’evoluzione del bonus ristrutturazione

Venendo al bonus ristrutturazione, con l’emendamento in esame si è deciso di intervenire riducendo la percentuale di detrazione fiscale al 30% per le spese sostenute tra il 2028 e il 2033. Questo taglio, non del tutto previsto, segna una netta riduzione rispetto alle attuali condizioni, rendendo meno conveniente la scelta di avvalersi di questo incentivo.

Il bonus ristrutturazione nasce come detrazione dell’IIRPEF nella misura del 36% delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione. Lo sgravio da applicarsi su un limite massimo di spesa pari a 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Per le spese fatte dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, la detrazione sale al 50% da applicarsi su un limite massimo di spesa pari a 96.000 euro per unità immobiliare.

Dal 1° gennaio 2025, come precedentemente stabilito, la percentuale di detrazione tornerà al 36%, con un limite massimo di spesa ridotto a 48.000 euro per unità immobiliare.

Il taglio al 30% dello sgravio dal 2028

Chi sperava in una proroga delle condizioni attuali sarà deluso, poiché il governo ha chiaramente indicato l’intenzione di ridurre ulteriormente le agevolazioni a partire dal 2028.

Le spese di ristrutturazione sostenute tra il 2028 e il 2033 potranno essere detratte solo nella misura del 30%, una decisione che riflette la volontà dell’esecutivo di contenere le spese pubbliche. Resta fermo il limite a 48.000 euro di spesa per ciascun immobile oggetto dei lavori.

Il motivo principale di questa riduzione del bonus ristrutturazione al 30% risiede nella necessità di contenere l’impatto delle detrazioni fiscali sui conti pubblici. Il periodo tra il 2028 e il 2033 è considerato particolarmente critico a causa delle implicazioni del Superbonus edilizio e delle relative detrazioni. La strategia legislativa mira a ridurre il carico fiscale derivante dalle agevolazioni edilizie, preparandosi a gestire meglio le future spese pubbliche.

L’emendamento al decreto Superbonus (DL n. 39/2024) ha generato notevoli tensioni all’interno della maggioranza di governo. Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha espresso il suo disappunto per la proposta del ministero dell’Economia, guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti, di applicare dette modifiche. Questo contrasto interno evidenzia le difficoltà nel trovare un equilibrio tra la necessità di contenere la spesa pubblica e il desiderio di mantenere incentivi attrattivi per i cittadini.

Bonus ristrutturazione 30%: prevenire meglio che curare

Certo è che le nuove misure rappresentano un cambiamento significativo Sebbene queste scelte siano state motivate dalla necessità di contenere le spese pubbliche, renderanno meno conveniente per i cittadini usufruire di tali bonus, con possibili impatti sul settore delle ristrutturazioni.

In questo contesto, è, pertanto, fondamentale per i cittadini e gli operatori del settore edilizio rimanere aggiornati sulle modifiche normative e pianificare con attenzione gli interventi futuri, tenendo conto delle nuove condizioni fiscali. La strada intrapresa dal governo appare chiara: ridurre progressivamente i benefici fiscali concessi, con l’obiettivo di gestire al meglio le risorse pubbliche.

Il bonus ristrutturazione, pur ridotto, rimarrà, comunque, un’opportunità per chi intende migliorare le proprie abitazioni, ma richiede una valutazione più attenta e consapevole dei costi e dei benefici. Con le nuove disposizioni in vigore, sarà cruciale per i cittadini considerare attentamente i tempi e le modalità degli interventi di ristrutturazione, per massimizzare i vantaggi fiscali disponibili.

Riassumendo

  • per spese sostenute entro il 31 dicembre 2024 il bonus ristrutturazione è del 50% su un limite massimo di spesa pari a 96.000 euro per unità immobiliare
  • per le spese sostenute dal 2025, salvo proroghe, la detrazione scenderà al 36% su un massimo di 48.000 euro per unità immobiliare
  • un emendamento approvato al decreto superbonus riduce il bonus ristrutturazione al 30% per spese sostenute dal 2028 al 2033, fermo restando il limite di spesa a 48.000 euro per unità immobiliare
  • novità anche per superbonus: le spese sostenute dal 1° gennaio 2024 devono ripartirsi in 10 quote annuali di pari importo, invece che quattro.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Banca Mediolanum, cosa cambia con la possibile decisione della Corte UE
Articolo precedente

Banca Mediolanum, cosa cambia dopo la richiesta dell’avvocato UE di annullare la sentenza su Berlusconi

BTp green 2037 sul MoT di Borsa Italiana
Articolo seguente

Il nuovo BTp Green sbarca sul mercato e parte già forte, mentre il rendimento crolla