I pregiudizi vengono da lontano
I pregiudizi di genere, in ogni caso, non nascono sui luoghi di lavoro ma hanno radici lontane. Sui libri delle scuole elementari, per esempio, se si vuole illustrare una donna che lavora essa farà o la maestra o la ballerina o la casalinga. Non ci sarà mai un’illustrazione che mostra una donna scienziato o una donna operaia. Questo perchè da subito i bambini e le bambine subiscono i pregiudizi di genere, già dai giochi che ricevono per regalo.
I pregiudizi proseguono anche durante gli anni della scuola: i maschi sono più bravi nelle materie scientifiche mentre le femmine sono più brave in quelle letterali. E le bambine, crescendo con l’idea che le scienze e la matematica sono cose “da uomini” si sentono fin da subito inadatte. Pochissime sono, infatti, le ragazze che scelgono come indirizzo di studi la matematica o l’ingegneria, una netta minoranza in un mare di ragazzi. Ma molto spesso la resa delle ragazze nelle materie scientifiche è migliore di quella dei ragazzi. E allora perchè questa discriminazione anche nella scelta degli studi?
Questa è la discriminazione che, poi, uomini e donne ritroveranno nel mondo del lavoro qualora scegliessero di rompere gli schemi e di cimentarsi in mansioni che, storicamente, spettano all’altro sesso.