Il cambio appalto non mette a rischio il lavoro nel call center: il personale già assunto infatti viene tutelato e il licenziamento diviene illegittimo. E’ una delle misure previste nel ddl Appalti che ha introdotto la cd clausola sociale. Il decreto è passato al Senato con 170 voti favorevoli, 30 no e 40 astenuti. La clausola sociale per il cambio appalto nel lavoro al call center prevede espressamente che nell’ipotesi di “successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente e per la medesima attività di call center, il rapporto di lavoro continua con l’appaltatore subentrante, secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data del trasferimento”.
Clausola sociale call center: l’inserimento nel Ccnl
Anche Uilcom-Uil aveva sostenuto la battaglia della clausola sociale: il segretario generale Salvo Ugliarolo guarda già anche agli impegni futuri e anticipa “ora la norma deve essere regolata all’interno della contrattazione collettiva nazionale. In questo contesto le segreterie nazionali di categoria (Slc, Fistel e Uilcom ndr) presenteranno a fine mese una piattaforma comune per il nuovo contratto in vista delle trattative per il rinnovo”. Su questa linea anche Vito Vitale, segretario generale della Fistel Cisl, secondo cui la piattaforma contrattuale servirà a garantire l’applicazione della clausola sociale e a mettere la parola fine alla paura degli oltre 10.000 lavoratori di call center italiani in crisi. La clausola dovrà quindi trovare concretezza nel Ccnl.