Lavoro a Parigi: la storia di Martina
Martina fa la pasticcera a Parigi ma, dopo la vocazione vegana, sta valutando di spostarsi nel Sud della Francia e aprire un B&b. E’ sposata con un ragazzo francese e a breve avranno una bambina.
D. Perché hai scelto di lavorare a Parigi?
R. Durante l’erasmus in Francia ho scoperto la mia passione per la pasticceria e a Parigi le scuole di formazione per apprendisti prevedono un periodo di apprendistato retribuito che permette di consiliare stipendio e specializzazione che purtroppo da noi non ha un corrispondente competitivo.
D. In cosa questo Paese è meglio dell’Italia secondo te?R. Per quanto riguarda il mio settore professionale la retribuzione è più alta, già nella fase formativa.
D. Cosa ti manca di più dell’Italia?R. La famiglia e gli amici. Venendo da una città di mare anche la vita in spiaggia che ha una qualità impagabile. E anche la cucina.
D. Come sono considerate le donne sul posto di lavoro?
R. Nel mondo della ristorazione anche in Francia per una donna non è facile conciliare vita e lavoro perché i turni sono stancanti ma, aldilà di questo, non ho mai percepito discriminazioni di genere né da colleghi né da datori di lavoro.
D. Faresti crescere tuo figlio in Francia?
R. Decisamente si… sotto il profilo del sistema scolastico e sanitario reputo che la Francia non abbia nulla da invidiare all’Italia, anzi è vero il contrario casomai.
D. Torneresti a lavorare in Italia e se si a quali condizioni?
R. La tentazione a volte c’è, soprattutto per motivi di famiglia e nostalgia. Ma purtroppo burocrazia e corruzione rendono impossibile anche solo pensare di poter investire nel nostro Paese.