Lavoro in Australia: la storia di Gaia
Gaia è un’estetista. Da cinque anni vive in Australia dove si è anche sposata, con un italiano. Hanno una figlia, nata in Italia, che però crescerà vicino Brisbane.
D. Perché hai scelto di trasferirti in Australia?
R. Doveva essere una vacanza, poi qui mi sono innamorata, del Paese e di un mio connazionale anche lui in viaggio. E abbiamo deciso di restare insieme anche per una sfida verso chi ci diceva che era impossibile.
D. In cosa questo Paese è meglio dell’Italia secondo te?
R. La burocrazia snella, la considerazione del cittadino ma anche il senso di civiltà quindi in parte è merito del governo in parte, credo, degli abitanti (anche se chiaramente la scarsa densità abitativa rende tutto più gestibile).
D. Cosa ti manca di più dell’Italia?
R. La cultura soprattutto perché la mentalità può essere uno scoglio nell’integrazione e gli affetti ovviamente.
D. Come sono considerate le donne sul posto di lavoro?
R. C’è assoluta parità ma da un lato il benessere economico che spinge a fare molti figli rischia di diventare controproducente perché le donne, dopo aver partorito due o tre volte, spesso alla fine lasciano il lavoro.
D. Faresti crescere tuo figlio in Australia?
R. Razionalmente si perché mi rendo conto dei servizi però mi dispiacerebbe che crescesse lontano dagli affetti della famiglia che considero molto importanti.
D. Torneresti a lavorare in Italia e se si a quali condizioni?
R. L’idea è quella di tornare ma quando arriva il momento di pensarci concretamente sono sempre più i motivi per restare qui quindi non so se torneremo mai sinceramente.