Lavoro all’estero, come riscattare i contributi in base al Paese

Quando e come è possibile il riscatto dei contributi per i periodi di lavoro all'estero? Come cambiano le regole in base al Paese ospitante? Ecco cosa sapere
8 anni fa
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italiani all'estero

I dati Istat confermano che sono sempre più numerosi gli italiani per lavoro all’estero, complice anche la crisi occupazionale stagnante nel nostro Paese. C’è chi cerca lavoro all’estero per trasferirsi stabilmente e costruire una nuova vita in un Paese diverso e chi invece decide di lavorare fuori solo per un periodo, come esperienza.

In questa seconda ipotesi quali sono le regole per il riscatto dei contributi del lavoro all’estero nel momento in cui si torna in patria? In caso di Paesi comunitari, con i quali vigono convenzioni bilaterali sul riscatto contributi, non ci sono problemi di sorta.

In linea generale invece se il lavoro all’estero si svolge in un Paese extra-comunitario che non ha firmato con l’Italia accordi bilaterali in materia di sicurezza sociale, il periodo di lavoro all’estero non ha valore ai fini pensionistici in Italia. In questo caso, il riscatto dei contributi è possibile solo per i lavoratori dipendenti. Questi ultimi dovranno presentare apposita domanda all’Inps allegando il certificato di cittadinanza italiana e tutta la documentazione utile. Questa possibilità è riconosciuta senza limiti temporali, anche dopo l’erogazione del trattamento pensionistico. Può avanzare domanda anche il lavoratore che non è assicurato presso l’Inps.

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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