Possibile proporre un lavoro da casa pagato 50 centesimi l’ora nel 2017? Pare di si ed è possibile pure che qualcuno, disperato, accetti questo tele-sfruttamento. E’ l’altra faccia del lavoro da casa, che poco o niente ha a che vedere con lo smart work e i nuovi lavori 2.0 e che, anzi, socialmente e umanamente rappresenta tristemente un passo indietro. Ecco la storia che ha indignato il web.
50 centesimi l’ora per lavoro da casa: il business della gomma da cancellare
Business della gomma si, ma da cancellare.
E la cosa che spaventa è che potrebbe non essere un caso isolato, come ha ammesso anche il sindaco di Credaro, Adriana Bellini: “di certo, il lavoro casalingo è diffuso, vediamo tutti il carico e scarico dei furgoni”. Pietro Schiesaro della Cisl ha cercato di quantificare il fenomeno: “che sia la regola credo proprio di no, ma forse non è una situazione così eccezionale. Se i dipendenti in azienda sono generalmente in regola, nel cottimo succede tutto e il suo contrario, anche perché i controlli sono più difficili. E chiaramente gli ultimi arrivati sono quelli più indifesi. Una situazione tipica è quella dell’immigrato che va a lavorare in fabbrica mentre la moglie resta a casa con i figli, ma per arrotondare prende un po’ di commesse.
Ma torniamo all’ultima truffa del telelavoro con cui abbiamo aperto l’articolo: l’imprenditrice è stata multata per 27 mila euro, con l’aggiunta dell’obbligo di mettere in regola i lavoratori che non lo sono, pagamento dei contributi arretrati incluso.