Lavoro, contratti a termine: più facile rinnovare quelli in scadenza nel 2024

Estesa la possibilità di rinnovare i contratti di lavoro a termine entro il 31 dicembre 2024. La novità nel decreto Milleproroghe.
10 mesi fa
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contratti di lavoro a termine

I contratti di lavoro a termine potranno essere rinnovati più facilmente del previsto. Almeno fino alla fine del 2024. Lo prevede un emendamento al decreto Milleproroghe che è stato da poco approvato al Senato e che consente ai datori di lavoro e ai lavoratori di concordare il rinnovo oltre la data del 30 aprile.

Ricordiamo che in base al decreto del Ministro Elvira Calderone dello scorso 5 maggio 2023 (Dl. n. 48/2023), i contratti di lavoro a tempo determinato avevano subito uno stop per combattere la diffusione del precariato.

Potevano essere rinnovati oltre la durata massima di 12 mesi solo in casi particolari. Fra questi casi, vi rientrano le esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva o per sostituzione di altri lavorato tori. Come nel caso della maternità obbligatorie.

Contratti a termine, più facile rinnovare il rapporto di lavoro in scadenza

In questo contesto, la legge prevede che le parti possano stipulare una proroga per altri 12 mesi. Ma solo se ciò avviene entro il 30 aprile 2024. In tutto, però, il contratto di lavoro a termine non può superare la durata di 24 mesi per cui è necessario procedere alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato.

Ebbene, con la modifica al Decreto Milleproroghe questo termine è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024. Pertanto i datori di lavoro potranno procedere al rinnovo dei contratti in scadenza per i lavoratori a tempo determinato fino alla fine dell’anno. Sempre che vi sia accordo fra lavoratore e datore di lavoro o che ciò sia possibile in base ai contratti di lavoro collettivi ai quali bisogna rifarsi.

Rinnovo fino al 31 dicembre solo per esigenze specifiche

Ricordiamo che il rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato in scadenza quest’anno potrà essere fatto solo per esigenze specifiche. Come specifica il decreto della riforma Calderone 2023 le possibilità a cui bisogna attenersi sono tre:

  • nei casi previsti dai contratti collettivi di cui all’articolo 51 del Testo Unico sui contratti di lavoro;
  • in assenza delle previsioni di cui al punto precedente, nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 30 aprile 2024, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti;
  • in sostituzione di altri lavoratori.

L’estensione di questa possibilità fini al 31 dicembre 2024 da parte del governo si è concessa più che altro per permettere ai datori di lavoro e alle organizzazioni sindacali di adeguare i rispettivi CCNL alle nuove esigenze derivanti dalla normativa.

Un passaggio quasi obbligato per rispettare le esigenze di tutti e regolamentare la materia in modo adeguato. Come dichiarala deputata Tiziana Nisini, firmataria dell’emendamento:

Un intervento necessario con il quale andiamo incontro alle richieste che arrivano da tante associazioni datoriali in un momento di rinnovi di molti contratti collettivi. Le aziende infatti avrebbero rischiato di non poter prorogare o rinnovare contratti a termine oltre i 12 mesi, con un impatto negativo sull’occupazione.”

Il Ministero del Lavoro precisa che la specifica deroga di un anno, oltre alle causali aziendali individuali , introduce l’azzeramento del computo dei mesi di contratto già svolto. Quindi per i contratti già stipulati dopo l’entrata in vigore del Decreto Calderone nel 2023 non si conteggiano i periodi di lavoro già svolti in precedenza tra il datore di lavoro e lo stesso dipendente. Resta fermo pero il limite massimo di 24 mesi complessivi.

Riassumendo…

  • Estesa la possibilità di rinnovare i contratti a termine entro il 31 dicembre 2024.
  • I contratti a termine possono essere rinnovati di altri 12 mesi con limite massimo di 24 mesi.
  • Il motivo del rinnovo deve ricondurre a esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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