In poche ore il volantino (bufala) di Esselunga è diventato virale e ha riacceso la polemica sul lavoro la domenica. Non si tratta di una questione nuova ma si un tema che di tanto in tanto viene rispolverato a difesa di determinate categorie professionali (nello specifico i commessi ma più in generale chiunque non svolga servizi di pubblica necessità con carattere di urgenza). Aldilà dell’opportunità morale di chiedere ai lavoratori dei centri commerciali di lavorare o meno la domenica e alle considerazioni religiose che spingono a considerare sacro il riposo domenicale, il punto è: cosa dice la legge su questo punto? La normativa è diversa a seconda che si tratti di dipendenti pubblici o privati ma questa non è l’unica differenza.
Lavoro domenica: quando non è straordinario
Proprio in merito ai primi qualche giorno fa il TAR Lombardia ha emesso una sentenza (n 922 del 7 luglio 2015) con cui ha chiarito che il diritto al riposo compensativo spettante ai dipendenti pubblici impedisce di considerare lo svolgimento di eventuale attività lavorativa la domenica come un’eccedenza rispetto al limite orario e che quindi, in questa circostanza, non si determina la questione corresponsione di retribuzione per ore di lavoro straordinario anche se si è in servizio domenica.
Part time e lavoro la domenica: retribuzione e straordinari
La legge stabilisce che la maggiorazione minima per il lavoro straordinario deve essere del 10%. La regola però non vale se il turno della domenica non supera la giornata standard di lavoro prevista dalla legge, pari quindi ad otto ore giornaliere e quarantotto ore settimanali. La sentenza n. 15373 del 22 luglio 2015 ha confermato che solamente il lavoro straordinario che eccede le 8 ore giornaliere (o le 48 ore settimanali) va retribuit